Ti vesti a cipolla in montagna… ma potresti avere freddo lo stesso! Questo non te l’aspettavi, vero? Eppure, nemmeno la cipolla è infallibile: devi sapere come si fa nel modo corretto.

Come vestirsi a cipolla in montagna - Davide

Come ci si veste a cipolla in montagna

Ti faccio una prima domanda: quanti strati servono?

L’errore più classico è quello di continuare ad aggiungerne finché non hai caldo abbastanza. Le conseguenze, in realtà, sono nefaste: dopo pochi minuti di camminata o ciaspolata sei un forno, sudi tantissimo, sei a disagio e non ti godi la gita. Tieni conto che più sudi e più ti bagni quindi più facilmente ti raffredderai.

La frase chiave del vestirsi a cipolla invece dovrebbe essere “regolare la temperatura del corpo ed eliminare l’umidità”.

I principi da tenere a mente sono tre:

  1. La cosa più importante è la gestione del sudore: se questo inzuppa il tuo strato di base o il mid layer perché sei troppo vestito e non traspiri, avrai freddo. 
  2. Devi avere gli strati giusti al momento giusto a seconda dell’attività che stai facendo. Se cammini in salita te ne servono meno, in discesa probabilmente di più, mentre se stai fermo te ne serviranno ancora di più.
  3. Devi sapere come gli strati interagiscono tra loro. In soldoni (ma a breve approfondiamo): termica, pile e guscio collaborano a espellere il sudore, mentre il piumino lo blocca.

Quando impari a combinare gli strati nel modo corretto, ottieni tutti vantaggi dal tuo abbigliamento tecnico: ti proteggi dal freddo, ti liberi del sudore, ne guadagni in comfort e sicurezza.

Le funzioni degli strati

Gli strati nell’abbigliamento tecnico da montagna hanno sostanzialmente 4 funzioni:

  • impermeabilità o idrorepellenza
  • protezione dal vento
  • termoregolazione
  • traspirabilità

È bene che tu lo sappia subito: non esiste un capo che ha tutte e 4 le funzioni. O meglio ce ne sono tanti in commercio, ma nessuno è veramente efficace. Quello che puoi e che devi fare è imparare a vestirti a cipolla in modo intelligente e capire a cosa servono i singoli indumenti.

Due cattive notizie:

  • nessun capo fa miracoli da solo
  • più un capo ha capacità di termoregolazione e traspirabilità e meno sarà impermeabile e protettivo contro il vento.

Corollario delle due cattive notizie: devi fare una scelta in base alle tue necessità. Nelle foto noterai che io e Silvia, ad esempio, abbiamo quasi sempre due strati diversi addosso perché diverso è il modo con il quale il nostro corpo percepisce il caldo e il freddo e regola la temperatura.

Silvia e Davide al Bivacco Bonfante in Valle Maira

Gli strati del vestirsi a cipolla: l’arte del layering

Il layering è la pratica di indossare i diversi capi di abbigliamento secondo una logica che li rende efficienti nel

  • proteggerti dal calore
  • evitare la sudorazione eccessiva
  • trasferire il sudore verso l’esterno

Quando si pratica un’attività outdoor, sia in estate che in inverno, il segreto del comfort sta nel gestire del sudore, in modo da restare il più possibile asciutti.

Sono quattro le tipologie di strato che puoi indossare… ma non fare come Silvia su questa foto: si stava prestando a un reel ironico su Instagram!

Layering dei vestiti tecnici in montagna: come farlo bene!

Base layer: lo strato intimo termico

È lo strato a contatto con la pelle, cioè l’intimo. Oltre a riscaldare, il suo ruolo è “prelevare” il sudore dalla pelle e trasferirlo sulla sua superficie esterna.

Può essere realizzato in tessuto sintetico, lana o cotone, ma l’affidabilità è differente:

  • i tessuti tecnici rappresentano spesso la scelta migliore. Hanno però il problema che puzzano facilmente;
  • la lana merino traspira poco meno di tessuto tecnico, ma non puzza e si asciuga facilmente. Noi non ne siamo particolarmente amanti perché si tratta di un tessuto delicato che si usura abbastanza facilmente;
  • il cotone è un no-no: una volta inzuppato di sudore, è impossibile che si asciughi.

Il base layer più efficiente è la maglia termica. Se a maniche lunghe o corte, spetta a te deciderlo (nel nostro caso io spesso uso una maniche corte anche nelle mezze stagioni e negli inverni miti, mentre Silvia le preferisce sempre a maniche lunghe).

Un’precisazione visto che ce lo chiedono spesso: la maglia termica va indossata a diretto contatto con la pelle. È controproducente indossare sotto a questa una canottiera o una maglietta a maniche corte.

Quando lo indosso? Sempre. In estate e in inverno (e ovviamente nelle mezze stagioni). Nella maggior parte dei casi è l’unico capo che indosso durante qualsiasi salita.

Silvia e Davide sul Monte Verzegnis

Il mid layer: lo strato intermedio

Quelli che una volta chiamavamo pile o felpe. Servono per aumentare la protezione dal freddo quando la combinazione di base layer e guscio non basta. Nonostante il pile possa contribuire a trasferire il sudore dall’interno all’esterno, non è comunque super efficiente nel farlo, e tende ad intrappolare il sudore. Fai attenzione inoltre al fatto che esistono pile estivi e invernali e sono fatte con tessuti e trame diverse.

Quando lo indosso? Solitamente inizio a camminare con lo strato intermedio addosso per poi toglierlo dopo non molto appena sento che sto iniziando a scaldarmi. A volte lo rimetto in discesa nelle giornate più fredde o sulle creste.

Davide verso il Laghetto Ziegelhutte

Strato isolante: il piumino

Questo serve esclusivamente per trattenere il calore. Il mio consiglio è di sceglierne uno caldo, ma poco ingombrante: per il trekking ti servirà solo in rari casi quindi devi poterlo riporre comodamente nello zaino.

Quando lo indosso? Soltanto quando sto fermo. Silvia lo indossa in alcuni casi in discesa nelle giornate invernali più fredde.

Silvia e Davide a Passo Pramollo

Strato esterno: il guscio impermeabile

Banalizzando, è la “giacca impermeabile”, delle differenze tra k-way, poncho e guscio ne parleremo in un altro articolo.

Attenzione: il suo compito non è termico, bensì soltanto isolante. Il guscio deve fermare vento, pioggia e neve. Nel contempo, la membrana di cui è costituito (come il Gore-tex, che non è l’unica) permette, grazie alla dimensione dei pori, la fuoriuscita del sudore.

Alla prova dei fatti, questa regolazione osmotica non funziona bene come nelle intenzioni dell’autore. Conviene allora scegliere dei gusci che abbiano le cerniere sotto le ascelle: aprendole, è possibile sfiatare una grande quantità di sudore sotto forma di vapore. La soluzione delle cerniere, pur essendo ben più rara sui pantaloni, è presente in certi capi impermeabili pensati per lo scialpinismo (poco importa se pratichi questo sport).

Essendo molto freddolosa per il mio guscio ho scelto un capo che fosse più idrorepellente di quello di Davide, ma ovviamente meno traspirante. Questa è una scelta che devi fare conoscendo però come reagisce il tuo corpo alle temperature esterne.

Silvia sulla Slemenova SpicaSilvia

 

Quando lo indosso? In caso di pioggia, neve o vento. Spesso con solo la maglia termica sotto.

Silvia durante la ciaspolata a Tarvisio

E la maglietta tecnica?

Tengo a parte questo argomento perché in estate il vestirsi a cipolla diventa spesso monostrato: maglietta tecnica a maniche corte e via! Verissimo, ma assicurati che sia comunque di un buon tessuto tecnico e traspirante e sappi che, anche in estate le temperature possono scendere in maniera brusca quindi:

  • porta sempre nello zaino una maglia termica, un pile, un guscio (e spesso anche un piumino);
  • se indossi la maglia termica togliti la maglietta tecnica da sotto, altrimenti prediligi il pile.

Alla fine non serve spendere tanti soldi per vestirsi in montagna: si utilizzano quasi sempre le stesse cose in tutte le stagioni!

Quando la indosso? Dalla primavera all’autunno! Silvia solo nei mesi più caldi e predilige le canottiere (ma penso per l’abbronzatura!)

Silvia e Davide nella Ferrata Piccolin dell'Auta

Consigli per vestirsi a cipolla in montagna in modo efficace

  1. La combinazione base, mentre sei in movimento, dovrebbe essere: il base layer +eventualmente guscio impermeabile se piove, nevica o tira vento forte. Se anche così non sei caldo mentre cammini o ciaspoli, puoi indossare un pile leggero.
  2. Quando ti fermi per una pausa lunga o a fine gita: base layer + pile + piumino o altro capo isolante.
  3. Meno sudore hai addosso, meglio è per il tuo benessere.
  4. Spesso potresti dover iniziare l’escursione con un brividino, sapendo però che con poche falcate in salita ti sarai già riscaldato…
  5. … viceversa, partire “infagottati” ti conduce al classico circolo vizioso: dopo dieci minuti stai sudando > però la sola idea di fermarti e toglierti i guanti e svestirti e infilare tutto nello zaino, freddandoti davvero, ti fa venire i brividi > allora eviti, ti dici che tanto non manca molto o che non stai sudando così tanto > quando è ora di fare una pausa, il sudore che hai addosso si gela > con conseguente abbassamento della temperatura corporea e > disagio per il resto della gita.
  6. Ricordati di bere e di fare pipì: sono due processi fisiologici importanti per regolare la temperatura corporea.
  7. Un consiglio “di gruppo”. Ogni cosa dovrebbe avere il suo posto nello zaino: quando devi fermarti per coprirti o svestirti, l’operazione è veloce, i tuoi compagni di gita ti ringrazieranno.
  8. Infine, se puoi, ti consigliamo di fare scelte sostenibili anche per quanto riguarda l’abbigliamento da montagna.