È una domenica di settembre, il giorno dopo possiamo partire per cinque giorni di tenda, ma ancora non sappiamo verso dove. Le alte vie “classiche” del Triveneto sono troppo lunghe, oppure “poco alte vie” per i nostri gusti. Altre sono troppo lontane, oppure troppo rocciose. Poi, un ricordo: un simbolo rotondo, bianco e rosso, e una traccia lungo versanti verdi d’erba, con mucche placide al pascolo.
La decisione è presa: Alta Via di Fundres, arriviamo!
Cosa troverai lungo l’Alta Via di Fundres in tenda:
L’Alta Via di Fundres – Pfunderer Höhenweg
Poco più di 70 chilometri, poco meno di 6000 metri di dislivello, sempre sopra i 2000 di quota: l’Alta Via di Fundres è questa. Da Vipiteno a Brunico, la via percorre i Monti di Fundres, e solitamente si fa in senso ovest-est. Ambienti selvaggi al limite tra erba e roccia, presenza umana discreta – le malghe e i rifugi si contano sulle dita – grandi silenzi, stellate immense.
Oltre che per raccontare la nostra avventura, scriviamo questa guida per sopperire alla carenza di materiale online su questa meravigliosa alta via, ancora poco conosciuta. O, perlomeno, c’è carenza di materiale in italiano.
L’alta via è infatti percorsa – come abbiamo potuto verificare – da sparuti escursionisti locali, oppure austriaci o tedeschi. Italiani? Neanche l’ombra, tanto che – come al solito (vedi GR20) – dopo i primi giorni siamo venuti a sapere che ci si riferiva a noi come “agli italiani in tenda”.
In tedesco c’è una guida cartacea, che chiunque percorra la Pfunderer Höhenweg possiede, e ha studiato religiosamente. Quello che c’è in italiano è scarno, contraddittorio, e pure con i tempi di percorrenza sbagliati. Ma fa nulla: c’è Bagaglio Leggero apposta!
La Pfunderer Höhenweg per rifugi
L’Alta Via di Fundres nasce come alta via per rifugi, e le sei tappe (eccetto una) si appoggiano ad essi. La scansione delle tappe “classica” è questa:
- Primo giorno: Vipiteno – Malga Simile (6 ore)
- Secondo giorno: Malga Simile – Rifugio Bressanone (3 ore)
- Terzo giorno: Rifugio Bressanone – Bivacco Brenninger (5.30 ore)
- Quarto giorno: Bivacco Brenninger – Rifugio Ponte di Ghiaccio (4 ore)
- Quinto giorno: Rifugio Ponte di Ghiaccio – Rifugio Lago di Pausa (6 ore)
- Sesto giorno: Rifugio Lago di Pausa – San Giorgio (7 ore)
Siamo scettici. La notte in bivacco: non vediamo il punto di portarsi sacco a pelo (e provviste?) per usarlo una sola notte. D’altro canto, dal Bressanone al Ponte di Ghiaccio sono nove ore abbondanti di cammino. Inoltre, la seconda e la quarta tappa risultano piuttosto brevi. Mah. Un solo appunto finale: gli orari ufficiali riportati sopra sono un po’ troppo ottimisti (specie a zaino carico!).
Noi abbiamo preferito percorrere l’Alta Via in 5 giorni utilizzando la tenda. Se sei abituato ai rigori del bivacco tendato in montagna (e al peso dello zaino per cinque giorni), è una scelta di cui non ti pentirai.
L’Alta Via di Fundres in tre giorni
Hai poco tempo? Nessun problema: puoi percorrere solo un tratto dell’Alta Via di Fundres.
Ad esempio, abbiamo conosciuto diversi escursionisti che la stavano percorrendo in tre giorni, con questa scansione:
- Primo giorno: salita da Valles – Rifugio Bressanone (passando per il Lago Selvaggio e salendo il Wilde Kreuzspitze)
- Secondo giorno: Rifugio Bressanone – Rifugio Ponte di Ghiaccio
- Terzo giorno: Rifugio Ponte di Ghiaccio – discesa a Fundres
Tornare al punto di partenza
Se non puoi ricorrere alle due auto (una al punto di partenza, una all’arrivo), sei costretto a tornare alla partenza con i mezzi pubblici. La buona notizia? Che se l’alta via si svolge in un’unica provincia, è tutto più facile (mica come le rocambole che abbiamo fatto sulla Traversata Carnica).
Tra autobus e treni non dovresti avere problemi. Senza scendere troppo nello specifico, noi abbiamo fatto così:
- dalla chiesa di San Giorgio, un autobus urbano porta alla stazione di Brunico
- da Brunico, il treno porta a Vipiteno: devi cambiare a Fortezza
- nel caso la coincidenza a Fortezza sia in ritardo (come ci dicono accada spesso), fuori dalla stazione passa l’autobus per Vipiteno…
- … il quale fa più fermate del treno, e può rivelarsi l’opzione migliore
3 cose che non sai dell’Alta Via di Fundres
- Dai punti più alti dell’alta via, quando il cielo è sgombero da nuvole e foschia, il panorama si apre dai Tauri all’Ortles.
- A differenza di più celebri alte vie, quella di Fundres è stata tracciata praticamente ex-novo, creando un percorso attraverso aree selvagge, che prima erano senza sentieri.
- Diversamente dalle vicine, bianche Dolomiti, i Monti di Fundres sono costituiti da ardesia e gneis: da qui la colorazione più cupa.
La nostra Alta Via di Fundres in cinque tappe in tenda
Prima tappa: da Vipiteno a Ochsenalm
Scarponi allacciati, zaino in spalla – quanto pesa, il primo giorno! – la chiusura centralizzata dell’auto che scatta. Di fianco alla trattoria Burgfrieden (939 mslm), sulla strada tra Vipiteno e Campo di Trens, troviamo il segnavia che riempirà i nostri occhi, insieme a panorami maestosi, per i prossimi cinque giorni.
Il primo cerchio bianco bordato di rosso è qui: iniziamo l’Alta via di Fundres.
La prima salita è un bosco paziente, da salire per lunghi tornanti di sentieri e strada forestali. Parte del versante è incasinato da alberi abbattuti, che pazientemente superiamo. Siamo in breve sulla sommità erbosa del Gschliessegg (1670 mslm), con un bel panorama sulla Val di Vizze.
La strada è ancora lunga. Ai boschi si succedono versanti verdi di prato, piccole malghe lontane, una fresca fontana che festeggiamo (Plitschalm, 1820 mslm). Saliamo ancora, fino ai 2000 di un carinissimo bivacco, il Trenserjoch-Hutte. All’interno foto, ritagli di giornale, preghiere: tutto in tedesco. Lo spazio per dormire è poco – il pavimento – ma ci sono coperte e cuscini ammucchiati su una mensola. Lasciamo i nostri nomi sul libro (ricordati di farlo sempre, specie quando vai in montagna da solo o per molti giorni).
Scampanellio di mucche: saliamo. Il sentiero diventa prima segno sottile lungo il versante erboso, poi flebile traccia attraverso fitti rododendri, all’incirca in quota, mentre aggira il Giogo di Trens e arriva a Malga Simile (Simile Mahdalm, 2011 mslm). Qui finirebbe la prima tappa dell’alta via, dato che la malga offre pasti e pernottamento, ma noi continuiamo.
Saliamo ancora gradualmente fino ad entrare in una valle che, insospettabilmente, si apre in una conca solcata da un ruscello, circondata da cime slanciate verso il cielo. È il posto ideale per piantare la tenda… nonostante l’arrivo in corso d’opera di un branco di cavalli selvaggi.
Ma è troppo tardi per cambiare piani: e i cavalli, soddisfatta la curiosità di vederci erigere la tenda arancione, se ne stanno lontani. Dormiamo poco sopra i 2200 metri di quota.
Prima tappa Alta Via di Fundres in breve:
Tempo: 7 ore 40 minuti (pause comprese, e a pieno carico)
Lunghezza: 15,6 km
Dislivello: 1600+, 340-
Acqua: sì, dopo i primi 800 metri di dislivello
Seconda tappa: da Ochsenalm a Kellerscharte
Un caldo sole ci accoglie non appena abbiamo smontato la tenda e rifatto gli zaini. Saliamo gradualmente verso una prima apertura dalla quale il panorama si apre.
I primi raggi di sole iniziano a scaldare, così ci fermiamo per toglierci la felpa e lavarci i denti. I cavalli sono ancora lì dopo una notte passata ad avere – probabilmente – paura l’uno dell’altro. Si avvicinano piano, incuriositi, e in poco sono accanto a noi. Un’attenzione quasi maniacale per il mio lavaggio di denti (evidente ci tengono ai sorrisi) e una coccola dietro l’altra. Anche questa è la poesia di percorrere un’alta via in silenzio.
Arriviamo al Giogo di Senges (Sengesjochl, 2660 mslm), uno sguardo in basso, e vediamo sotto di noi l’incantevole Lago Selvaggio (Wilder See). C’è poco da dire: lo specchio blu intenso sul quale si riflettono le nuvole sarebbe stato lo scenario ideale per bivaccare.
Una breve pausa, e ripartiamo sul sentiero 2, sempre seguendo gli ormai familiari segni dell’Alta Via.
Attenzione! Dopo il Wilder See subiamo un piccolo inghippo: il sentiero per il Rauhtaljoch (2808 mslm) dovrebbe ad un certo punto biforcarsi, ma manchiamo le indicazioni e finiamo 150 metri più in alto, dopo una erta salita (resa più impegnativa dagli zaini) fino ad un’ampia forcella che prelude alla salita al Wilde Kreutzspitze (Picco della Croce, 3132 mslm). Da qui, a salire sulla vetta – c’è la croce, e sentiamo i rintocchi metallici della custodia di un libro di vetta (noi adoriamo, i libri di vetta!) – sarebbero 200 metri di dislivello, ma… sarà per la prossima volta! La cosa positiva? Da quassù, la vista sul lago e sull’ambiente roccioso spruzzato di verde tenue, è incredibile: la foto lo dimostra!
Torniamo sui nostri passi, recuperiamo il Rauhtaljoch, inforchiamo il sentiero 18-20 e iniziamo la discesa lungo la Rauhtal, una valle molto simile al vallone di Antermoia: glaciale da manuale, ancora occupata dai nevai residui, compresa tra grandi masse rocciose. Sul fondo un’ampia conca (2400 mslm), un’ultima discesa erbosa, e il Rifugio Bressanone (2344 mlsm).
Da qui, prendiamo il sentiero 19, in evidente salita, raggiungiamo un’ennesima forcella (Steinkarscharte, 2608 mslm) e scendiamo un’ennesima discesa.
E adesso, la magia. Il panorama si trasforma in una cosa molto islandese, o nordica, montagne coperte d’erba che racchiudono una spianata verdissima e gonfia d’acqua, attraverso la quale meandrano corsi d’acqua placidi. L’aria umida carica l’atmosfera, le marmotte danno un contrappunto giocoso. È un ambiente perfetto per chiacchierare… almeno fino a quando il sentiero 17a ci offre una salita non difficile, ma lunga, della quale non capiamo le distanze.
Piantiamo la tenda in una conca prima della forcella Kellerscharte (2439 mslm). Sarà il campo base più bello dell’Alta via. Sopra di noi, da qualche parte, due laghi, che purtroppo non vedremo.
Seconda tappa Alta Via di Fundres in breve:
Tempo: 9 ore minuti (pause comprese)
Lunghezza: 14 km
Dislivello: 1200+, 1050-
Acqua: sì
Terza tappa: da Kellerscharte a Kusharte
Una fitta nebbia avvolge la tenda, al nostro risveglio. Poco male: tè e caffè sono bollenti, la traccia che sale alla forcella è evidente, i cappucci ben avvolti attorno alle teste, il passo sicuro per scaldarsi.
Il fatto è che la nebbia, per tutto il giorno, non ci mollerà un attimo. E la tappa è la più difficile dell’altavia: non tanto per le pendenze o i tecnicismi (o quasi…), ma perché il sentiero corre lungo un versante ripidissimo e inerbito, reso scivoloso dall’umidità, e con improvvisi strapiombi poco rassicuranti. Qualche breve passaggio attrezzato, qualche passaggio di mano, un gregge di pecore curiose ci accoglie appena sbucati dalla parte più pendente.
Un’altra forcella, Dannelscharte (2437 mslm), ancora sottile traccia: non scendiamo al bivacco Brenninger (2157 mslm), ci vogliono venti minuti.
Ci ritroviamo a salire lungo una pietraia infinita, grossi blocchi di roccia liscia sui quali saltare, arrampicarsi, scendere attentamente, in equilibrio. A metà strada, uno dei segnavia diventa un cuore bianco-rosso. È una delle salite più tassanti dell’Alta Via, e ci porta alla spettacolare Gaisscharte (2700 mslm).
Perché spettacolare? Perché la Gaisscharte è un taglio nella montagna largo sì e no 40 centimetri. Ci si passa ardimentosamente, lo zaino trascinato in qualche modo. Io, con il mio gigante nero (e la tenda e il materassino fuori) devo spingermi su a braccia, avanzare come un calistenico, spingermi fuori all’uscita e… mi ritrovo su uno strapiombo impressionante, catene e graffe permettono di scendere un salto di un’ottantina di metri. Con gli zaini pesanti, dentro un intaglio in ombra, con le catene gelide nelle mani, l’aria fredda che sale dal basso… un’esperienza (da fare con piena concentrazione).
Saliscendi, pietraie, una piega verso nord e si apre sotto di noi il Lago Ponte di Ghiaccio (Eisbruggesee, 2351 mslm). In fondo, appollaiato sulla sua forcella, l’omonimo Rifugio Ponte di Ghiaccio (Edelrauthutte, 2545 mslm). Il rifugio lo schiviamo, appena possiamo scendiamo verso il lago calandoci lungo le pietraie.
Il taglio verso il lago non è segnato. Noi lo abbiamo percorso fuori dal sentiero, prestando tanta attenzione perché i massi sono decisamente instabili. Se sei un’escursionista esperto si può fare, altrimenti uscire dal sentiero può essere una pessima idea e non lo consigliamo.
Dopo qualche minuto di riposo nei pressi del lago ci agganciamo al sentiero 13 e siamo ancora in Alta Via.
Scendiamo adesso la Eisbruggtal, risaliamo per verso la forcella Kuhscharte (2249 mslm), ci voltiamo, e abbiamo uno dei panorami più belli dell’Alta Via. All’incirca sulla forcella piantiamo la tenda, non prima di essere saliti di un centinaio di metri “per vedere il panorama” (e fare un altro po’ di fatica!).
Terza tappa Alta Via di Fundres in breve:
Tempo: 8 ore 30 minuti (pause comprese, e a pieno carico)
Lunghezza: 12,2 km
Dislivello: 810+, 1030-
Acqua: sì
Quarta tappa: da Kusharte a Cima Dodici
Ancora paesaggi maestosi, per la mattina del quarto giorno. Una traccia sottile segue il versante fino a Gruipa Alm (2222 mslm), una genuina casetta di pietra e legno, con stelle alpine e rododendri come centrotavola naturali. Proseguiamo verso sud, abbiamo un forte deja-vu, e…
… siamo sul tratto di Alta Via di Fundres che ci ha fatto innamorare di questi paesaggi: qui siamo passati due anni prima, facendo un lunghissimo anello che da Lappago passava per il Passensee e scendeva per il Passenjoch. Ci godiamo il ritorno su questi prati, con le stesse mucche a riempire l’aria di scampanellii. Ed entriamo in un territorio nuovo.
Il sentiero 21 sale ancora un’eterna pietraia (più insidiosa delle precedenti: fare attenzione) fino alla Hochsage (Forcella Sega Alta, 2705 mslm) dalla quale si gode di un panorama strepitoso.
Una discesa in parte su comodi gradini, in breve si raggiunge il Rifugio Lago di Pausa (Tiefrastenhutte, 2312 mslm), anch’esso sulle sponde di un laghetto dall’acqua perfettamente blu con, al centro, una minuscola casetta della quale non riusciamo a capirne l’utilizzo (se lo scopri, diccelo che siamo curiosi).
Dal rifugio si scende… per poi risalire: dal fondovalle, tempo di un’ora e siamo in un altro ambiente selvaggio – una forcella di ampi prati, morbide conche, versanti ad anfiteatro… e niente acqua.
Meglio dirlo ora: da qui fino quasi alla fine dell’alta via NON C’È ACQUA, se non quella di alcune pozze di abbeveraggio, o di qualche rigagnolo. Il che significa: contaminazione di batteri (sono pascoli in uso), e larve di insetti. La potabilizzazione dell’acqua qui è fondamentale.
Superata la Grande Porta (Grosses Tor) senza risalirla e la Portella (Kleine Tor, 2418 mslm), prendiamo il sentiero che in breve ci fa salire sulla serie infinita di creste che concluderà l’alta via.
Troviamo un’ottima posizione per la tenda poco sotto a Cima Dodici, e a poca distanza c’è uno dei famigerati rigagnoli: anche stasera, tè e caffè sono garantiti!
Quarta tappa Alta Via di Fundres in breve:
Tempo: poco meno di 9 ore (pause comprese)
Lunghezza: 14,7 km
Dislivello: 1020+, 860-
Acqua: sì, ma assolutamente da fare nei pressi o poco dopo il Rifugio Lago di Pausa.
Quinta tappa: da Cima Dodici a San Giorgio
Se fin qui mi sono dilungato nelle descrizioni dei passaggi, la quinta tappa è invece presto riassunta: un lunghissimo saliscendi, e una eterna discesa finale.
L’Alta Via qui infatti sale e scende una serie di rilievi, accumulando 100-150 metri di dislivello al colpo: Cima Dodici (Zwolferspitz, 2351 mslm), Cima di Pozzo (Putzenhohe, 2387), un rilievo imprecisato (2434 mslm), Cima Valperna (Barentaler Spitz, 2450 mslm), Ostligge Bruggerspitze (2428 mslm). Le salite sono le più varie: sentiero alcune, pietraie altre, alcuni tratti di cavo metallico.
Quando pensi di averle fatte tutte, c’è l’ultima: il Monte Sommo, o Sambock (2396 mslm), per arrivare sulla vetta del quale ci sono alcuni passaggi di primo grado da fare con attenzione.
La vetta del Sommo è un po’ la conclusione concettuale dell’Alta Via, l’ultimo alto che si percorre. Ma se sei un purista, e vuoi davvero farla tutta (come abbiamo fatto noi), c’è la lunghissima discesa fino a San Giorgio: quasi 1900 metri di dislivello negativo di prati, boschi, sentieri, forestali, seguendo il segnavia 66. A metà discesa troverai una fontanella e raggiunte le case di Kehrer, sappi che… è ancora lunga, e tutta in bosco.
Alla fine, di fronte alla chiesa di San Giorgio, c’è lui: il cartello di inizio/fine dell’Alta Via di Fundres!
Quinta tappa Alta Via di Fundres in breve:
Tempo: 7 ore 30 minuti (pause comprese)
Lunghezza: 16,1 km
Dislivello: 400+ (ma qui la app ha sbagliato qualcosa), 1880-
Acqua: sì, dopo i primi 800 metri di dislivello negativo
Alta via di Fundres: dati tecnici ed impressioni in breve
Dove siamo: in Alto Adige, tra Vipiteno e Brunico – tra Valle Isarco e Val Pusteria. Siamo sui Monti di Fundres, Pfunderer Berge in tedesco.
Partenza: ristorante Burgfrieden (939 mslm), dove c’è ampio parcheggio per l’auto. Altri resoconti fanno partire l’alta via da Prati/Wiesen in Val di Vizze, ma poi è più complicato tornare alla partenza con i mezzi pubblici.
Arrivo: Chiesa di San Giorgio (832 mslm)
Dislivello: circa 5700 metri complessivi
Punti di appoggio: Malga Simile (2011 mslm), Rifugio Bressanone (2344 mslm), Bivacco Brenninger (2157 mslm), Rifugio Ponte di Ghiaccio (2545 mlsm), Rifugio Lago di Pausa (2312 mlsm)
Difficoltà: difficile. Lunghezza e dislivello giornaliero non sono per niente banali. A questo si aggiungono alcuni cavi metallici, un intaglio verticale da scendere in disarrampicata, alcuni passaggi di roccia di 1°, eterne pietraie instabili, ma soprattutto moltissime tracce di sentiero sottili, esposte e ingannevoli (soprattutto se umide).
I punti di appoggio ci sono e il telefono prende sempre almeno una volta durante la giornata.
Nel complesso un’alta via riservata ad escursionisti esperti.
Tempo: 5 giorni con le nostre tappe. In genere viene fatta in sei giorni, ma è possibile compierne varianti parziali (come quella che percorre il versante orientale della Valle di Pfundres e tocca il Passensee)
Lunghezza: 72,5 km
Acqua: decisamente presente e abbondante lungo tutto il percorso. Conviene avere con sé un potabilizzatore portatile. ATTENZIONE: l’articolato sistema di creste che da Tiefrastenhuttl arriva al Monte Sommo (ultimo giorno) è decisamente secco: carica le scorte prima di iniziare la salita alla Grande Porta.
Orientamento: sempre facile, sono davvero pochi i punti dove puoi confonderti. Come regola, se passi più di qualche minuto senza vedere il cerchio bianco-rosso dell’Alta Via, verifica la tua posizione. Ah, e non fare troppo caso ai numeri dei sentieri: il segnavia circolare segna tutta l’Alta Via indipendentemente da questi.
Cartografia: Carte Tabacco n. 38 – Vipiteno e Alpi Breonie, n. 37 – Gran Pilastro e Monti di Fundres, n. 33 – Brunico (puoi comprarle ai relativi link ad Amazon)
Bellezza: Per noi, una delle più belle alte vie mai fatte. Solitaria, ricca di emozioni, varia e super panoramica. Davvero splendida.
Complimenti ragazzi, un percorso impegnativo che avete portato a termine egregiamente. Immagino la soddisfazione alla fine, ma sopratutto la gratificazione centellinata passo dopo passo, visione dopo visione. Vedere gli animali selvaggi in un un contesto simile, deve essere una grandissima emozione. E adesso… quale sarà la vostra prossima avventura? Io vi seguo con il cuore!
Grazie Teresa. Ogni anno, prima di mettere in spalla lo zaino ci chiediamo chi ce lo faccia fare. E puntualmente, ogni anno, dopo aver finito la traversata ci chiediamo quando facciamo la prossima! Stancante, ma incredibilmente emozionante.
Per la prossima alta via aspetteremo le temperature più miti della prossima primavera, nel frattempo andiamo a vivere un po’ tra le Dolomiti bellunesi ad osservare l’arrivo dell’autunno e ascoltare il bramito dei cervi.
Grazie per essere passata di qui.
Ciao!
Sono tornato ieri (12/08/2022) dall’Alta via di Fundres percorsa in solitaria con la tenda seguendo la vostra guida. Molto chiara e senza la quale sarebbe stata decisamente più impegnativa (le tappe sono calibrate proprio bene).
Arrivato al Rifugio Lago di Pausa ho chiesto a cosa serve la casetta in mezzo al lago. E’ la casa delle oche!!!! Io non ne ho viste ma c’erano dei bambini in costume da bagno sul pedalò che la stavano per “conquistare”. Non ho capito se fosse la verità o fosse l’umorismo “tedesco”.
Siamo felicissimi che ti sia stata utile, la guida all’Alta Via di Fundres! Noi l’abbiamo adorata proprio fatta così, in tenda e con i nostri tempi!
Grazie per la questione della casetta del lago: però ora che lo dici… temo nel famigerato spirito teutonico…
Dobbiamo ringraziarvi di cuore per averci fatto conoscere questa bellissima e sconosciuta Alta Via. L’abbiamo percorsa in tenda (dal 7/08 al 12/08) e oltre a mucche, pecore e marmotte sono state ben poche le persone che abbiamo incontrato, tra queste poche un’altra coppia di italiani con cui abbiamo condiviso una parte del percorso (se ci leggete, vi salutiamo tantissimo!).
Complimenti per il blog e il modo dettagliato con cui è scritto questo articolo, ci è stato di grande aiuto🐹
Ciao ragazzi! Che bello leggervi!! Felicissimi vi sia piaciuta e, dalle vostre parole, sembra tanto quanto a noi! Poche persone, molta natura, un po’ di avventura: gli ingredienti per una splendida immersione ci sono tutti!
Un grande saluto da altre valli isolate, a presto!