Il trekking più duro d’Europa ti aspetta. Siccome il Gr 20 fa assolutamente fede a questa denominazione, quello che ti consigliamo è di leggere attentamente questa guida, l’articolo che ti aiuterà a decidere come organizzare il tuo cammino, e gli itinerari tappa per tappa del GR 20 Nord (quello aspro e alpino) e del Gr 20 Sud (quello che pensi “è più leggero”).
La fatica te la becchi tutta lo stesso, ovviamente. Ma potrai evitare alcuni fastidiosi errori.
Cos’è il GR 20?
GR 20 alias: sentier de Grande Randonnée 20 o, in lingua còrsa, “Fra li monti”. Si tratta di un sentiero a lunga percorrenza che attraversa l’intera catena montuosa della Corsica. Da nord-ovest a sud-est tra pietraie, aspre rocce, dolcissimi prati pascolivi, foreste di pini larici e splendida macchia mediterranea.
È difficile il GR 20?
Sarò sincera: sì.
Il GR 20 è definito come il “trekking più duro d’Europa“. Statistiche riportano che l’80% delle persone che provano a percorrerlo non riesce a portarlo a termine.
Il fatto è che sulla carta sembra semplice, quasi banale in alcune tappe! 800 mt di dislivello e 6 ore di camminata sono numeri che sulle nostre Dolomiti fanno ridere, e per questo non riuscivamo a comprendere dove stesse tutta questa difficoltà. Ci è bastato il primo giorno di cammino per comprenderne i motivi!
Ecco le difficoltà che si incontrano dal primo minuto sul GR 20:
- il temibile scrambling. Tradotto sarebbe quello che noi definiamo scientificamente come “rampegottare”, ossia arrampicarsi sulle rocce a quattro zampe. Intendiamoci: non si tratta di una vera e propria arrampicata, ma l’intero trekking (soprattutto la parte del Nord) si percorre quasi interamente con piedi e mani su roccia. Alcuni passaggi non sono per nulla banali e sono pochissimi i tratti attrezzati con corde fisse. È come se fossi sempre sugli ultimi metri di roccia prima delle grandi cime; lunghissimi tratti in Italia sarebbero vie ferrate, o perlomeno sentieri attrezzati. Passaggi di primo, massimo secondo grado, per 8 ore al giorno con lo zaino pesante sulle spalle ti assicuro che ci hanno messo a dura prova.
- il terreno di gioco. Perché quando termina il famigerato scrambling comunque non cammini mai agevolmente. Scordati i nostri amati sentieri regolari, in Corsica il più delle volte si saltella tra le rocce cercando di tenere l’equilibrio. Molti sentieri sono stati così scavati dalla pioggia e dagli animali da diventare quasi delle piste da bob.
- il meteo. In Corsica il caldo durante il giorno più essere davvero soffocante (ne parlo a breve). Il vero nemico però sono i temporali. Personalmente siamo abituati a camminare anche sotto la pioggia senza problemi, ma durante il GR 20 le rocce bagnate diventano così lisce da formare degli scivoli naturali. È davvero pericolosissimo e questa è l’unica cosa a cui si deve necessariamente prestare attenzione. Ciò significa che se piove, l’unica cosa che puoi fare è stare fermo e aspettare che smetta e la roccia si asciughi, soprattutto se sei al Nord.
- il peso dello zaino. Abituarsi a camminare con uno zaino pesante non è semplice: non solo le spalle, ma anche le gambe e la schiena sono messe a dura prova. Durante il trekking abbiamo incontrato una ragazza che aveva uno zaino da 23 kg (inutile dire che ha mollato al secondo giorno). Amato ed odiato compagno d’avventure, lo zaino va studiato meticolosamente prima di partire!
- la durata. Si tratta di un percorso di circa 180 km. Impensabile pensare di impiegarci 5 giorni.
- la stanchezza. Fisica e mentale, nei trekking così lunghi è sempre in agguato. Alcuni consigli per tenerla a bada li trovi nella guida per preparare camminate di più giorni.
Insomma, il GR 20 non è per niente un percorso facile, anzi: sarebbe “riservato” ad escursionisti esperti e ben allenati.
(PS: nella foto che vedi sotto, un esempio di quello di cui sto parlando).
Quanto dura il trekking?
Le tappe ufficiali del GR 20 sono 16. Prima di partire eravamo molto incerti su quanto ci avremmo messo. Studiando dislivello e km sulla carta infatti eravamo convinti che ci avremo impiegato molto meno ma, come avrai capito, la difficoltà del GR 20 non sta nel dislivello né nella lunghezza.
A seconda del passo, dell’impegno e (soprattutto) del meteo, la durata del trekking in media può variare da un minimo di 10 ad un massimo di 20 giorni.
Per non sbagliare nel nostro calcolo abbiamo tenuto un po’ di lasco per il “fermo meteo”. L’obiettivo era quello di riuscire a concludere il percorso nella sua interezza, “ad ogni costo”. Alla fine abbiamo impiegato 14 giorni a completare il GR 20 (13 erano sufficienti, ma l’ultima notte abbiamo deciso di spezzare la tappa per goderci lo splendido luogo nel quale avevamo montato la tenda).
Le tappe che abbiamo fatto sono “umane”, senza il bisogno di correre, e lasciano la possibilità di godere l’esperienza: qualche ora di relax nelle pozze di acqua cristallina, o il tempo per leggere un buon libro fuori dalla tenda. Volendo si possono accorpare alcune tappe, o spezzare quelle più lunghe. È infatti un percorso piuttosto modulabile (tranne i primi giorni al nord, vincolati alle distanze tra i rifugi).
Sappi comunque che nel mondo esiste anche lui: François D’Haene, che l’ha fatto tutto in 31 ore e 6 minuti… rimango umile che è meglio!
È meglio partire da Nord o da Sud?
Il percorso ufficiale del GR 20 parte da Calenzana (nord-ovest) e finisce a Conca (sud-est) e si divide tradizionalmente in due parti:
- GR 20 del Nord, da Calenzana a Vizzavona
- GR 20 del Sud, da Vizzavona a Conca
È possibile compierlo in entrambi i sensi, con la premessa che la parte del Nord è decisamente più difficile e impegnativa, mentre quella del Sud, sebbene non banale, permette di tirare un po’ il fiato.
Noi l’abbiamo percorso da Nord a Sud e consiglio assolutamente di farlo in questo senso! Per noi è stato fondamentale aver iniziato con la parte più dura quando eravamo ancora freschi. Trovarsi ad affrontare percorsi tecnici e complicati con la stanchezza di 10 giorni di trekking sulle spalle non lo auguriamo a nessuno.
C’è comunque chi predilige compierlo in senso inverso, con la motivazione che nel frattempo ti puoi abituare al peso dello zaino e al camminare per lunghe ore durante la giornata. Per noi c’è un errore di base: la preparazione ad un trekking di due settimane va fatta ben prima di iniziare a camminare, non durante il trekking stesso!
Come si arriva alla partenza del GR 20 (e come si riparte una volta finito)?
Con combinazioni di autobus. La più classica delle procedure (quella che abbiamo seguito noi):
- arrivi in traghetto a Bastia, sulla costa nord-est dell’isola
- prendi l’autobus che parte di fronte alla stazione dei treni (verifica SEMPRE gli orari su corsicabus.org; fa due corse al giorno). Con 25€ a persona il mezzo ti porta…
- … a Calvi, dove ti lascia un paio d’ore per visitare il paese…
- … e poi a Calenzana, dove puoi campeggiare, o iniziare subito a camminare
Una volta finito il cammino (a Conca), come ti spieghiamo nell’articolo sul GR 20 Sud:
- ti fermi al bar che trovi appena arrivato in paese (quello con la famosa targa)
- ordini un pastis o una birra
- dici al barista di chiamare la navetta (6,50€ a persona)…
- … che ti potrà lasciare a Pinarellu (il primo, piccolo paese con le spiagge), o direttamente a Porto Vecchio
Da Porto Vecchio infine un autobus ti riporterà a Bastia (26€ a persona; fa due corse al giorno). Ci vorranno tre ore.
Si può ancora fare il Circo della Solitudine?
La risposta è no, punto.
Ma la contro domanda è: perché ancora oggi tutti vogliono farlo? Delle locandine appesa al di fuori dei rifugi pubblicizzano guide alpine felici di accompagnarti (a 40/45€ a persona) al grido di “try the myth“.
Siamo seri, se un percorso è stato chiuso un motivo ci sarà, no? Sette sono state le persone che hanno perso la vita nel 2015 in questo tratto del percorso. Ma sono purtroppo i chiudi fila di una lunga serie di incidenti che negli anni sono successi nel Circo della Solitudine.
Al posto di fungere da deterrente, questo evento sembra aver suscitato ancora più curiosità attorno a questo tratto (complice anche il nome accattivante del posto). Il risultato è stato che, dopo la chiusura, molti continuavano ad andarci ugualmente, tanto che per dissuadere ulteriormente gli escursionisti l’ente parco ha deciso di cancellare i vecchi segnavia e togliere le corde fisse. Chi si avventura oggi lungo questo percorso lo fa a proprio rischio e pericolo, e con la propria attrezzatura.
La variante, bellissima, ora passa per Haut-Asco, Monte Cinto e Rifugio Tighjettu.
Com’è il clima durante il GR 20?
Il clima durante il GR 20 fa un po’ quello che gli pare! Queste sono le notizie di massima che siamo riusciti ad ottenere dai rifugisti:
- Giugno: clima variabile, molto ventoso, forte escursione termica e presenza di neve residua;
- Luglio-Agosto: clima stabile, giornate con temperature africane (si parla di circa 40°), possibili temporali pomeridiani e notti in media miti;
- Settembre: clima piuttosto stabile, ma più nuvoloso, giornate calde e forte escursione termica;
- Da Ottobre a Maggio: clima instabile con abbondanti precipitazioni e forte vento.
Come ho già detto, la roccia che si incontra lungo il GR 20 rende il percorso tremendamente scivoloso e pericoloso in caso di pioggia. Purtroppo in questi casi l’unica soluzione è aspettare che passi: avventurarsi è davvero da incoscienti.
Qual è il periodo migliore per fare il GR 20?
I periodi migliori sembrano essere giugno, munendosi però di picozza e ramponi (spesso si trovano ancora numerosi nevai) e settembre.
Noi abbiamo iniziato a camminare ai primi di settembre: durante il giorno abbiamo sempre avuto meteo stabile, con qualche nuvola che permetteva di non ustionarci. La temperatura media si è aggirata attorno ai 25°, l’ideale per camminare.
Su due settimane abbiamo avuto un solo acquazzone notturno e una giornata di pioggia blanda. Sicuramente siamo stati fortunati, ma il rovescio della medaglia? La notte ho sofferto il freddo, tantissimo! Stando a ciò che avevo letto in internet ho pensato bene di alleggerire lo zaino portando il sacco a pelo estivo. Peccato però che l’escursione termica durante la notte fosse comunque notevole. Non immagini quanto abbia maledetto il mio sacco a pelo di +15° confort!
Lezione imparata.
Quanta gente percorre il GR 20?
Si calcola che siano circa 20 mila le persone che si incamminano ogni anno lungo il GR 20, in maggior parte durante la stagione estiva. Molti decidono di percorrere solo metà percorso o poche tappe di questo, molti altri desistono già dalle prime battute.
Si tratta comunque di un trekking di fama internazionale: in maggioranza europei, ma anche russi e sudamericani. Il numero maggiore di escursionisti è dato dai francesi, per i quali percorrere il GR 20 è quasi una questione di onore.
Questo non significa però camminare in fila indiana! La lunghezza del percorso fa sì che sia possibile camminare quasi sempre in solitudine e tranquillità.
A che ora conviene partire al mattino?
Ziiiiip, ziiiiiip, pffffff. Guardo l’orologio: sono le 4.05 del mattino, mi giro verso Davide che sembra dormire alla grande. Un fascio di luce illumina la nostra tenda arancione. Sono “i pazzi delle tenebre” che stanno ripiegando sacchi a pelo e materassini!
La mia riflessione dopo 14 giorni: “se dormi male, cammini bene, se dormi bene, cammini male”. So che può sembrare senza senso, ma la verità è che lungo il GR 20 tutti sembrano prediligere di iniziare a camminare prima dell’alba. Ciò significa che se invece decidi di partire dopo le 9 del mattino sarai probabilmente l’ultimo a sbaraccare la tenda e camminerai praticamente sempre in solitaria. Di contro scordati le piazzole migliori per la tua tenda!
Noi abbiamo preferito goderci le giornate per intero, salvo giorni in cui avevamo in programma tappe più lunghe o il meteo del giorno dopo era particolarmente incerto.
Se decidi di partire prima dell’alba comunque assicurati di avere una buona pila frontale perché può essere difficilissimo comprendere dove va il sentiero, e fai attenzione alle rocce, che possono essere scivolose a causa dell’umidità della notte.
Il telefono prende?
Meglio rassicurare i genitori prima di partire: il telefono durante il GR 20 non prende (quasi) mai. Il che di per sé non è propriamente una cosa negativa, anzi. Perfetto per staccare la spina dal lavoro, ma le comunicazioni risultano davvero difficili (il che rende problematico anche un ipotetico SOS). La copertura lungo tracciato è quasi totalmente assente.
Per ricaricare la batteria del telefono il nostro power bank ci è bastato per tutti i giorni del GR 20. Nei rifugi è possibile comunque mettere il telefono in carica, ma spesso le prese sono piene (portare via una multipla potrebbe essere una scelta azzeccata). Calcola infine che in alcuni rifugi, per ricaricare il telefono vengono chiesti 2 euro.
Ci sono “vie di fuga”?
Ce ne sono ogni giorno, almeno una al giorno. Il bello di questo trekking infatti è che si svolge al centro della catena montuosa della Corsica, per cui da un lato o dall’altro è sempre possibile scendere verso la costa.
Le principali vie di fuga sono quelle che corrispondono alle strade asfaltate che portano alle stazioni sciistiche o ai (rari) abitati:
- Ascu Stagnu, è una località sciistica dove alcuni pulmini partono per tornare verso Calenzana,
- Castel de Vergio,
- Vizzavona, è a metà del percorso ed ha una piccola stazione ferroviaria,
- Capannelle U Fugone, anche questa è una località sciistica e sono presenti alcune navette,
- Col de Verde,
- Bavella
Anche durante le altre tappe è possibile scendere a valle, sarà un po’ più complicato trovare un mezzo di trasporto che ti conduca poi ad una città. L’autostop sembra essere largamente diffuso.
Cosa portare durante il GR 20?
Lo zaino per un percorso come il GR 20 dev’essere studiato con cura: ogni grammo pesa, così come pesa ogni cosa dimenticata. Ho già scritto un articolo con la lista e i consigli per attrezzare lo zaino per un trekking lungo, qui ti lascio alcuni appunti pensati appositamente per questo percorso.
Zaino
Ho visto zaini dalle dimensioni improponibili. I passaggi di arrampicata sono molti ed è ridicolo pensare di togliersi lo zaino ogni volta. 40 L sono più che sufficienti, ma soprattutto occhio all’ingombro e al peso.
Noi abbiamo utilizzato un Osprey da 36 L e un Kaikkialla da 48 L ed entrambi non erano a pieno carico. Per intenderci il mio zaino pesava 13,5 kg e quello di Davide 18,5 kg (compresi anche tenda, viveri e acqua). Decisamente pesanti, ma in linea alla nostra preparazione.
È possibile viaggiare molto più leggeri di così, soprattutto se scegli di appoggiarti ai rifugi per la notte. In tal caso uno zaino non dovrebbe superare gli 8 kg.
Bacchette
Per noi i bastoncini da trekking sono fondamentali! Quando si affrontano traversate con uno zaino pesante in spalla aiutano tantissimo nella distribuzione del peso, così come nelle lunghe e pendenti discese, durante le quali agevolano il passo e alleggeriscono il carico di lavoro delle ginocchia.
In salita invece ogni tanto sono d’intralcio in qualche passaggio di arrampicata, ma basterà piegarle e metterle nello zaino.
Materassino
Capitolo dolente. Uno dei nostri materassini si è bucato la seconda notte. A nulla è servito provare a capire dove fosse l’invisibile foro che ci garantiva un’autonomia di circa 2 ore… prima di farci ritrovare con le chiappe per terra.
Prima di questo materassino gonfiabile avevamo un materassino autogonfiante al quale… si era rotta la valvola! Insomma, penso sia una sorta di maledizione personale.
Comunque sia, se hai deciso di percorrere il GR 20 in tenda non rinunciare ad un buon materassino, dato che la pianterai sempre su roccia. La tua schiena ringrazierà.
Sacco a pelo
Capitolo dolente parte II. Io ho completamente sbagliato la temperatura del mio sacco a pelo. Leggendo in internet c’era chi millantava di aver percorso l’intero trekking con solo il sacco lenzuolo. Chi sono quindi io per portarmi il sacco a pelo invernale e soffrire per qualche etto in più? Quanto l’ho pagata…
Noi abbiamo percorso il GR 20 in settembre e la notte era sempre molto freddo e umido. Per il sacco a pelo ti consiglio di averne uno che almeno dia una copertura di 10° confort. Di contro, se percorri il trekking nei mesi estivi risulta del tutto fuori luogo portarsi un sacco a pelo per temperature sotto gli 0°.
Scarponi
E dato che non c’è due senza tre: capitolo dolente parte III! Sia a me che a Davide si sono quasi totalmente distrutti gli scarponi. E quel “quasi” ci ha salvato, permettendoci di concludere ugualmente l’intero percorso con qualche aggiustatina fai-da-te (non ringrazieremo mai quel mezzo rotolo di nastro americano che portiamo sempre con noi).
Avevamo appena fatto risuolare entrambi gli scarponi, ma non è bastato. La roccia tagliente e i tanti km percorsi non perdonano, tanto che alcuni camminatori si portano addirittura dietro due paia di scarpe.
Nel caso succedesse il patatrak, sappi che a Castel de Vergio e a Vizzavona ci sono degli scarponi in vendita.
È facile orientarsi sul GR 20?
Mettiamola così: è impossibile perdersi, ma difficilissimo orientarsi. È impossibile che ti perda perché tutto il trekking è ottimamente segnalato dai segnavia bianco-rossi. Ce ne sono ad ogni passo, tanto che in genere da un segnavia vedi quello successivo.
Di contro l’orientamento non è semplice. Non capisci dove il sentiero piegherà o quale direzione prenderà, così come è complicatissimo individuare la propria posizione esatta sulla carta. L’assenza di infrastrutture e di antropizzazione lo trasformano quasi in una wilderness.
Esiste cartografia del GR 20?
Sì. Le scelte “base” sono due:
- la guida A travers la Montagne Corse. I francesi ce l’hanno tutti: è un pratico volumetto che riporta la cartografia per ogni tappa, per ogni variante e per le vie di fuga. Descrizioni puntualissime e informazioni. In francese. Noi l’abbiamo studiata prima di partire, e abbiamo caricato nei Kindle la versione digitale (link Amazon).
- la carta topografica 1:50.000 Carte en poche Corse : le GR20 (link Amazon). Anche questa diffusissima: ce l’hanno in molti, e la trovi anche in vendita presso un paio di rifugi. Comoda, perché su un’unica carta è rappresentato tutto il percorso. In francese.
Se invece sei assolutamente italianofilo, puoi acquistare il numero di Meridiani Montagne dedicato proprio al GR 20. La rivista è molto interessante, e in omaggio hai una carta (un po’ scomoda da maneggiare) con il tracciato delle singole e tappe, più una descrizione sintetica e i dislivelli per ciascuna (link Amazon).
Tenda, rifugi o… ?
Last but not least… il caposaldo di tutta l’organizzazione della traversata: la scelta tra tenda o rifugio per la notte. L’argomento merita un po’ di considerazioni, e dopo la nostra esperienza abbiamo deciso di dedicare un articolo a parte sul campeggio in tenda lungo il GR 20. E se ti dicessi che oltre alla tenda e ai rifugi c’è (almeno) un’altra opzione?
Tutto sul GR 20
Si è guadagnato il nomignolo di “trekking più duro d’Europa”. E dopo averlo fatto in 14 giorni, ti possiamo dire che… se lo merita tutto!
In questi articoli troverai spiegato come si fa il GR 20, le cose che devi sapere prima di partire, e una veloce ricognizione tappa per tappa dell’intero percorso.
Ciao, ho fatto il GR20 NORD nel 2011. Quest’anno lo rifaccio (sempre la parte NORD), ho letto la parte della tua guida dove parli del collegamento con la partenza: volevo sapere con cosa si può raggiungere Calenzana da Calvì? C’è un altro bus che tu sappia o meglio puntare direttamente sul taxi? Grazie mille e complimenti per il blog. Niccolò
Ciao Niccolò!
Noi siamo arrivati da Bastia con l’autobus, che faceva una (lunga) pausa a Calvi, per poi ripartire alla volta per Calenzana. Quindi come minimo da Calvi c’è quello. Sicuramente le corse giornaliere potrebbero essere molto poche – 2 al massimo. Forse addirittura una.
Buona organizzazione!
Ciao Davide.
Mi servirebbe avere una info da voi: utilizzando una tenda propria è necessario prenotare comunque la permanenza presso i rifugi?
dal vostro racconto sembra di no, magari però mi è sfuggito.
Grazie mille
Alberto
Ciao Alberto, grazie per essere passato di qui!
No, non serve prenotare i rifugi (paghi il costo della piazzola, ma sul momento). Unico problema (irrisolvibile, comunque): alcuni rifugi hanno spazi per le tende incasinati e scomodi, quindi vige il temibile “chi prima arriva, meglio alloggia”… dettaglio che peraltro contribuisce a quelle file di trekker che partono alle 4 del mattino, frontale in testa!
Buona Corsica, allora!
Ciao!
Sono tornata circa una settimana fa dalla Corsica, dopo aver percorso il gr20!!!
Volevo ringraziarvi perché è stata un’esperienza strepitosa, e aver letto decine di volte i vostri articoli mi ha permesso di partire “quasi” preparata!!!
Il quasi dipende dal fatto che è inimmaginabile finché non ti ci ritrovi :-)
Ciao ragazzi, grazie per tutte le info.
Sto iniziando a pianificare il GR20, da fare nella seconda metà di settembre 2023.
Non mi spaventa l’impegno previsto, sia fisico che tecnico.
Spero in un meteo buono, soprattutto nella parte nord, che affronterò per prima.
Opterò per la tenda personale al seguito, sarei più indipendente e dormirei nel (relativamente) pulito.
Il motivo per cui vi scrivo, è per chiedere se pensate che, anche a fine estate, ci sia ancora la corsa alle migliori piazzole, tanto da rendere necessarie partenze col buio, immagino anche senza colazione.
Questo sarebbe di grande fastidio.
Affrontare un simile impegno, e dover comportarsi come quando in città si cerca parcheggio, mi toglierebbe gran parte della poesia.
Pensate che partire a ore “normali” (diciamo alle 7.00?) sarebbe tardi per ottenere un posto decente all’arrivo della tappa?
Grazie e complimenti
Fabio
Grazie per essere passato qui, Fabio. Noi abbiamo fatto il GR20 in settembre e, sì, c’era la corsa alle piazzole. Vedevamo le frontali salire i versanti già alle 5 di mattina, se non prima. Noi… ce ne siamo fregati, e alla fine non siamo mai stati senza piazzola. In qualche modo si fa, di campeggio davvero incasinato ce n’è solo uno – mi pare la seconda tappa.
Buon cammino, e ottima scelta!