Si può andare in montagna da soli? Si, no, nì, meglio di no, dipende… è uno di quegli argomenti che divide gli amanti del trekking.

Ti dico la mia, ma soprattutto ti do i giusti accorgimenti da seguire per affrontare un trekking in solitaria.

Davide in relax con zaino

Andare in montagna da soli o in compagnia?

Per me e Davide non c’è niente di più bello che andare in montagna insieme. Dividiamo la fatica, ci aiutiamo nelle difficoltà, condividiamo le gioie. Raggiungere i traguardi insieme è un’emozione unica che crea un legame ancora più forte. Ma siamo altrettanto convinti che per fare ciò serva un feeling eccezionale che non è sempre facile trovare.

Non fraintendermi: un weekend tra i monti con gli amici è divertente e bellissimo. Le grigliate in bivacco, le nottate fuori dai rifugi, le gite di scialpinismo, le birre alla fine dei trekking, il “batti cinque della cima”, le gite in gruppo del Cai… tutto stupendo, ma è semplicemente un altro tipo di montagna.

Se ami la montagna più meditativa non è facile trovare persone con le quali sentirti veramente a tuo agio. Lo stesso ritmo, lo stesso sguardo sulla natura, le stesse attenzioni verso l’altro e la stessa maturità di scelta. Tutto questo è una rarità da scovare.

Si può fare trekking in solitaria? Si, no, nì, dipende…

Te lo dico subito: per noi è decisamente sì (e il “ma” che segue questa frase non annulla questo assunto). Ma… in montagna da soli ci si va con la testa!

Andare da soli richiede quattro requisiti imprescindibili:

  • massima prudenza
  • consapevolezza di sé
  • buona esperienza
  • attenta preparazione

Da solo porti tutto con te, compresi rischi e paure“. Reinhold Messner

La ricompensa? La libertà nella sua più alta accezione.

Perché camminare da soli tra i monti?

Non c’è una risposta che vada bene per tutti. Le motivazioni possono essere davvero molteplici: da un impegno imprevisto del compagno di avventure al puro desiderio di solitudine.

Sfidare sé stessi, andare alla ricerca dei propri limiti, godere del silenzio del bosco, ascoltare il proprio respiro, perdersi tra i pensieri. Cercare quelle emozioni e quelle sensazioni per le quali un’altra persona sarebbe di troppo.

I pericoli di andare in montagna da soli

Le obiezioni, ti avviso, sono sempre le stesse: “se ti fai male?”, “se ti perdi?, “se finisci sotto una valanga?”, “se ti succede qualcosa come fanno i soccorsi a trovarti?”.

Si tratta di obiezioni che non sono senza significato. Eppure, per noi frequentare da soli la montagna significa evitare di mettersi in pericolo. Soprattutto, c’è una cosa da dire: essere in due non annulla il rischio di finire nei guai.

Quando vado in montagna da sola mi sento decisamente più attenta e ricettiva verso il mondo esterno. L’impossibilità di contare sull’orientamento di un compagno o sul suo aiuto per superare i passaggi più difficili mi spinge ad essere più cauta.

Concentrazione e prudenza sono alla base di ogni uscita in solitaria. 

In montagna il rischio zero non è contemplabile, si sa, ma la regola è una: mettere la testa in ogni passo, dalla preparazione al ritorno a casa.

Silvia verso il Monte Salta in montagna da sola

Le 10 regole da seguire per andare in montagna da soli

1. Valuta la tua preparazione

Solo tu puoi conoscere il tuo livello di preparazione:

  • quanto sei allenato,
  • quanta esperienza di montagna hai accumulato,
  • quanto ti senti in forma quel giorno,
  • quanto le tue paure sono dietro l’angolo ad attenderti.

Andare in montagna da soli significa potersi affidare solo sulle proprie forze, quindi è essenziale che tu abbia ben chiaro quali siano le tue.

Hai valutato la tua preparazione il giorno prima e ti sentivi in forma. La notte però il tuo vicino ha fatto festa, una zanzara ti ha tenuto sveglio, la pizza fritta con la mozzarella di bufala era un po’ pesante o semplicemente avevi finito i biscotti per la colazione. Ci sono un milione di motivi per cui potresti non avere le energie che ti servono per affrontare il giro che avevi pianificato.

Impara ad ascoltare il tuo corpo mentre cammini e a comprendere i segnali che ti manda.

2. Scegli il percorso giusto

Regola base per andare in montagna è la scelta del percorso ideale. Questo vale in ogni circostanza, ma in solitaria ancora di più. Preparati così:

  • studia il percorso che vuoi fare
  • prevedi gli orari e le difficoltà che incontrerai lungo il trekking
  • leggi le relazioni
  • preparati di conseguenza

Il mio consiglio, soprattutto se sei alle prime armi, è quello di abbassare la difficoltà di almeno un paio di “gradi” rispetto a quelli che fai di solito in compagnia.

Se è la prima volta che ti avventuri in montagna da solo evita sentieri attrezzati, ferrate e percorsi su roccia. Ti assicuro che di emozioni ne avrai comunque molte. A seconda del tuo allenamento magari puoi iniziare con una camminata in bosco che ti permetta di raggiungere una malga, o propendere per una cima semplice.

Io ad esempio per il mio primo giro in solitaria ho scelto il Monte Novegno: ho assecondato il mio desiderio di natura, ma ho preso in considerazione le mie paure. Ho optato così per un percorso facile che avesse un dislivello medio, non presentasse tratti esposti, ma al contempo raggiungesse una cima, fosse immerso nella natura, e il cui attacco si potesse raggiungere facilmente in auto (sì, le strade di montagna sono il mio nemico numero uno!).

Ciò non significa che dovrai sempre rinunciare a percorsi con grande sviluppo o dislivello importante. Se sei allenato puoi affrontare tranquillamente sentieri più impegnativi, ma personalmente mi sento di sconsigliare sentieri che presentano difficoltà tecniche.

monte totoga con carta topografica

3. Avvisa sempre qualcuno del tuo itinerario

Andare in montagna da soli non significa far perdere le proprie tracce.

È importante prima di ogni uscita in solitaria informare una persona sul percorso che farai. Può essere un amico, un parente, il tuo compagno: vedi tu. Ti consiglio comunque di avvisare una persona che mastichi un po’ di montagna, in modo che possa interpretare un tuo ritardo (e che non vada in panico subito).

Noi ad esempio abbiamo affidato questo compito al buon Marco, amico e compare di avventure di Davide, che ogni volta si vede arrivare il nostro itinerario. Perché è vero che il più delle volte andiamo via in due, ma chi l’ha detto che questo ci renda esenti dai pericoli?

Comunica quindi ad una persona di fiducia:

  • il numero dei sentieri CAI che intendi percorrere
  • l’orario di partenza e il presunto orario di arrivo

So che determinare gli orari sulla carta può essere molto difficile, ma un orario, anche indicativo, renderà le persone consce di quando iniziare ad allertarsi. Se hai lasciato detto che saresti rientrato in città per le 13 e per le 19 non hai ancora dato tue notizie, sarà ragionevole pensare che qualcosa possa essere andato storto.

4. Non improvvisare

Quella cengia bellissima che non avevi pianificato, quella traccia che sembra tagliare il bosco così bene fino a valle, quella cima puntinata di bolli rossi che in carta non era segnata… evitale!

La verità è che la tua deviazione potrebbe non essere così bella, semplice e innocua come si presenta. Hai valutato le tue forze, stilato un programma, avvisato un amico del tuo percorso, tutto ciò ha senso finché mantieni la rotta.

Per questo motivo non uscire dal sentiero.

È altamente sconsigliato cambiare percorso, ma se per qualsiasi motivo decidi di farlo prima di aver iniziato il sentiero, comunicalo al tuo riferimento. Se non puoi perché ad esempio il telefono non prende, lascia un biglietto con l’indicazione di dove andrai all’interno della tua auto.

sentiero Rifugio Dal Piaz

5. Controlla il meteo

Certo, vale per ogni escursione in montagna, ma trovarsi da soli nel mezzo di un temporale improvviso potrebbe essere davvero spiacevole.

Ciò non significa che non sia possibile andare per monti con la pioggia, ma in questo caso il percorso dovrà essere studiato con ancora più attenzione. Il giorno della mia prima escursione in solitaria infatti il meteo prevedeva pioggia tutto il giorno. Non ho rinunciato ad uscire, ma ho scelto un percorso semplice che avesse la possibilità di ripari o vie di fuga nel caso in cui il meteo fosse peggiorato.

E poi ricontrolla il meteo al mattino, prima di partire.

6. Preparalo zaino con cura

Ti sarà sicuramente capitato di andare in montagna con qualcuno che ha dimenticato l’acqua, il panino, il coltellino, la cioccolata, il k-way, il cappello, la crema solare… e chi più ne ha più ne metta. E magari quel qualcuno eri proprio tu.

È fondamentale preparare lo zaino già la sera prima. Molto utile a tal proposito è farsi una lista con tutte le cose da inserire nello zaino per il trekking.

Oltre alle cose che fanno parte della normale checklist dell’escursionista, 4 raccomandazioni in più:

Infine controlla di avere una calzatura adeguata. Scarponi da alta montagna o scarponcini da trekking a seconda del percorso, dei quali avrai verificato lo stato delle suole (hai già letto l’articolo su come fare manutenzione dell’attrezzatura?)

incredibile alba su cenge erbose

7. Verifica sempre la tua posizione quando sei in montagna da solo

In montagna è un attimo sbagliare percorso. Un bivio non segnalato correttamente, una frana o un albero caduto che ti impongono di scostarti dal percorso, un viaz che assomiglia ad un sentiero, e così via.

Quando vado in montagna da sola cerco di verificare sempre la mia posizione. Ad ogni bivio o incertezza controllo i cartelli e la carta per essere sicura di essere sul sentiero corretto.

Ci sono anche delle app molto valide che aiutano nell’orientamento, e ancor meglio sarebbe far partire la la traccia gps: un vero e proprio filo di Arianna da seguire nel caso in cui la visibilità dovesse ridursi drasticamente. Purtroppo se attivi il gps sul telefono per tracciare il percorso potresti scaricarne la batteria in poche ore, il che ti lascerebbe nell’impossibilità di comunicare in caso di bisogno. Per questo motivo utilizzo il telefono solo per le emergenze, e mi oriento abbinando carta topografica e gps.

Un corollario a questo capitolo è quello di verificare la copertura del segnale telefonico durante la camminata.

Ti consiglio di scaricare l’app GeoresQ del CNSAS, Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che ti permette di tracciare il tuo tragitto e inviare una richiesta di SOS con un solo pulsante che ti geolocalizzerà in fretta, inviando i soccorsi.

8. Impara a saper rinunciare

Per affrontare un trekking in solitaria è imprescindibile saper rinunciare. Questo vale in qualsiasi trekking, ma a maggior ragione nel caso in cui tu sia da solo. La cima di quel monte, quel bel rifugio o quel bivacco che sognavi da tempo saranno lì anche la settimana prossima, e quella dopo ancora. Una rinuncia non è mai disonorevole, anzi, può salvarti la pelle.

Un pericolo avvistato è un pericolo schivato per metà. Prudenza e rinuncia sono due virtù che in montagna devono essere sempre presenti. Il meteo che cambia repentinamente, un tratto franato, un pezzo di sentiero che sembra più rischioso di come lo avevi studiato. Semplicemente: se la situazione si mette male, gira i tacchi.

davide ai piani eterni in montagna da solo

9. Non farti prendere dal panico

Perché non succederà niente di brutto, ma se dovesse accadere qualcosa di spiacevole la prima cosa da fare è non farsi prendere dal panico.

Non stiamo parlando di regole di sopravvivenza alla Bear Grylls, ma di alcune semplici istruzioni da seguire:

  • fermati in un luogo possibilmente riparato
  • tranquillizzati e verifica lo stato della ferita o la difficoltà a mente lucida
  • allerta i soccorsi chiamando il 118 o il 112 (a seconda della regione)
  • comunica chiaramente la tua posizione, la tua difficoltà e lo stato in cui ti trovi
  • segui le indicazioni dei soccorritori. Se ti sei ferito ti aiuteranno telefonicamente a medicarti con quanto presente nel tuo kit di pronto soccorso
  • avvisa la persona prescelta alle comunicazioni
  • attendi i soccorsi nello stesso luogo in cui hai effettuato la chiamata (potrebbe altrimenti essere difficile trovarti o raggiungerti telefonicamente)

Un appunto: ultimamente sui social si leggono spesso insulti a persone che chiamano i soccorsi. Questo non deve farti desistere nemmeno un secondo da chiamarli qualora ti trovi in difficoltà. Non ci sono colpevoli in montagna ed è sempre meglio poter imparare dai propri sbagli che non poterlo più fare… se ne faranno una ragione anche i leoni da tastiera (prima o poi).

10. Condividi

Te l’ho detto all’inizio: andare in montagna da solo non significa isolarsi dal mondo. Le emozioni e le sensazioni che hai provato sono preziose e diventano ancor più importanti se condivise con le persone giuste.

In montagna da soli: emozione e prudenza pin

Le guide per la montagna di Bagaglio Leggero

Che sia la tua prima volta con la tenda in montagna, o che stia cercando qualche nuovo spunto… oppure che tu voglia ripassare qualche rudimento tecnico (tipo come si fa una ferrata), qui trovi un bel po’ di consigli utili.

Ovviamente, arriva tutto dalla nostra esperienza sul campo – cioè, sul sentiero!