Fare trekking con la pioggia ti sembra una follia? Perché siamo tutti capaci di fare una bella camminata in una splendida giornata di sole, ma cosa fai se il meteo prevede brutto tempo per il weekend? Casetta, tè fumante e coperte sono una tentazione fortissima, soprattutto se ci abbini qualche biscotto e un bel film nel pomeriggio.
E se dovesse piovere per due, tre, quattro weekend di fila?
Magari non capiterà in estate (si spera), ma in autunno o in primavera non è un’ipotesi così remota!
Vorrai mica che delle previsioni meteo blocchino le tue avventure? La montagna è bellissima, densa e avventurosa in tutte le stagioni.
Che tu sia principiante o esperto, con la giusta preparazione, la giusta attrezzatura e soprattutto il giusto mood fare trekking con la pioggia può essere bellissimo.
Questi sono gli otto consigli (più uno) che posso darti per vivere al meglio la tua camminata sotto la pioggia (anche quella più fitta).
1. Quando devi scegliere di stare a casa
Una premessa è necessaria: per quanto possa essere avventuroso fare trekking nelle più disparate condizioni, ci sono alcune situazioni in cui ciò non è possibile.
La prudenza in montagna dev’essere sempre la prima regola da rispettare.
Avrai sicuramente sentito la famosa frase “i monti sono sempre là, non scappano” e per quanto possa sembrarti scontato, è altrettanto vero. Il giro che hai sempre desiderato fare, il monte che hai sempre sognato di scalare o il ghiacciaio di cui hai letto tanto saranno là, nello stesso posto, anche il weekend seguente… e quello dopo ancora.
In inverno tutte queste regole valgono possibilmente ancora di più. Il manto nevoso infatti, per quanto spettacolare, è altrettanto fragile e sensibile.
Ci sono semplicemente condizioni con le quali non si può uscire.
2. Controlla il meteo
Non limitarti a quello che hai distrattamente visto nelle previsioni alla tv o a cosa ti ha detto il panettiere di quartiere mentre compravi i panini per la gita dell’indomani.
Prima di iniziare una gita ti consiglio di controllare il meteo già con qualche giorno di anticipo, così da poterti fare una tua idea su quella che sarà la tendenza di quel giorno.
In linea generale devi sempre essere a conoscenza del clima previsto, così da poterti attrezzare di conseguenza.
In estate il meteo può essere molto variabile, questo si sa, e un k-way leggero in zaino è sempre bene averlo.
Nessuno però mette nello zaino nella stessa giornata impermeabile, cappello di lana, occhiali da sole e pantaloni corti.
Essere preparati a tutto non significa caricarsi come muli perché non sappiamo cosa capiterà, ma essere ben attrezzati per il percorso e il clima che abbiamo studiato con attenzione.
Una piccola nota: c’è un meteo utile appena per sapere se stendere i panni in terrazzo e altri più affidabili. Scegliere di consultare le previsioni meteo locali è sicuramente consigliabile.
Noi, che frequentiamo soprattutto le montagne del Veneto e del Friuli, consultiamo il bollettino Arpav per le prime, e il bollettino Osmer per le seconde.
Infine, se le previsioni danno neve – o se i versanti sono già innevati – è fondamentale consultare anche il bollettino valanghe: questi quelli per il Veneto e per il Friuli.
3. Scegli la compagnia giusta per il tuo trekking con la pioggia
L’esperto
Se vai a fare trekking sotto la pioggia in compagnia – e lo fai, vero? – fa in modo che ci sia con te qualcuno che di montagna ne sa. E’ l’amico esperto… e lo è ancora di più se conosce il percorso che avete deciso di fare, o perlomeno la zona.
L’esperto puoi esserlo anche tu: l’importante è che qualcuno sappia come comportarsi nel caso capiti qualche imprevisto.
E che ti spieghi le accortezze dell’organizzazione di un trekking con la pioggia se è la prima volta che ti cimenti.
L’amico/a che si lamenta
Fare trekking con la pioggia può essere una bellissima esperienza, ma può trasformarsi in un incubo per chi non ha voglia o non è abituato a sopportare qualche piccolo disagio.
Se non vuoi sentire un rimbrotto costante alle tue spalle – che potrebbe rovinare la giornata anche a te – scegli con attenzione i tuoi compagni di gita: per chi ama il sole, il prossimo weekend farà sicuramente bello!
I bambini
E’ una questione di misura.
La mezzora, l’ora di camminata per arrivare in malga non rappresenta problemi. Il sentiero molto pendente e ricoperto di scivolose foglie cadute può invece riservarne a ogni curva.
E comunque, anche il più breve percorso di montagna può diventare eterno se il tuo bambino è in quell’età nella quale ogni pozzanghera è un mondo da esplorare!
Il cane
Qui invece si tratta di conoscere il tuo compagno a quattro zampe.
Se i cani possono essere felici di esplorare un nuovo ambiente (uno peraltro carico di stimoli), non tutti lo sanno gestire. Soprattutto con la pioggia.
Il rischio è quello che al tuo cane venga in mente di seguire quell’odore, quella traccia, e si infili in situazioni difficili, o finisca per allontanarsi troppo. Lo scoscio della pioggia o il rumore del vento potrebbe rendere molto difficile il richiamarlo.
Inoltre, un improvviso temporale può, a causa dei tuoni, diventare una fonte di paura per il tuo animale.
4. Scegli il percorso giusto
Non tutti i percorsi sono fattibili con il brutto tempo.
Se la pioggia non dovesse essere così impedente da importi di stare a casa basterà semplicemente scegliere il percorso giusto.
Alcuni sentieri possono diventare davvero rischiosi:
- minore visibilità
- possibilità di scivolare lungo il percorso
- smottamenti sul sentiero
- rischio di frane e di caduta di rocce dalle pareti sovrastanti
- temperature in picchiata
- torrenti ingrossanti quando non addirittura esondanti.
Il mio consiglio è: abbrevia, semplifica.
Quel lunghissimo giro ad anello, quella semplice arrampicata su roccia o quel sentiero con quell’unico tratto esposto sono tutti percorsi che possono diventare molto pericolosi in caso di maltempo.
Si tratta di giri sicuramente alla tua portata, ma con avverse condizioni meteo la difficoltà può impennarsi improvvisamente.
Il giro ad anello può diventare eccessivamente lungo da percorrere, la semplice arrampicata può diventare scivolosa e instabile, l’unico tratto esposto può diventare impossibile da passare.
Anche un prato di versante, apparentemente innocuo, può trasformarsi in uno scivolo naturale.
Quando vedo che le condizioni meteo non sono ottimali scelgo sempre percorsi facili.
Il giro nel bosco o la passeggiata per arrivare ad una malga sono occasioni stupende per fare dei trekking che magari con il bel tempo non avresti neanche considerato.
In ogni caso, consulta la mappa del luogo per assicurarti che ci sia almeno un punto di appoggio lungo il percorso. Una malga, un rifugio, un bivacco o una casera possono essere davvero preziosi alleati.
Questo per quanto riguarda le nostre montagne.
Ci sono però zone climatiche dove è impossibile pensare di non beccarsi almeno un giorno trekking con la pioggia. E altre dove la pioggia (anche intensa) è all’ordine del giorno. Come il nord Europa, o i tropici.
In questi casi serve qualche accorgimento in più, soprattutto nella scelta degli indumenti: qui la qualità gioca un ruolo fondamentale.
In ogni caso, la sensazione di bagnato diventa presto e in ogni caso una compagnia quotidiana.
Te lo dice uno che ha attraversato l’Islanda a piedi, tenda in spalla, durante “l’estate più piovosa degli ultimi trent’anni”.
Una volta te lo racconto.
5. Vestiti con abiti waterproof
Ricorda che stare asciutti è molto più facile che doversi asciugare dopo essersi bagnati.
Per questo motivo è importantissimo coprirsi subito e coprirsi bene.
L’abbigliamento è il guscio di protezione tra il tuo corpo e l’ambiente. La regola sempre valida è quella del “vestiario a cipolla”, ma con qualche accortezza in più.
Primo strato
Non usare cotone, specialmente per lo strato vicino alla pelle, perché trattiene l’acqua.
Questo riguarda certamente la maglia intima, ma anche le mutande e il reggiseno. Ti sembrerà strano, ma se dovesse piovere forte avere un reggiseno bagnato appiccicato al torace può essere tremendo. Il cotone bagnato rimane bagnato e ti assicuro che è freddissimo.
Prediligi lana, nylon o poliestere.
Io personalmente sono un’amante di questi nuovi tessuti tecnici: leggerissimi e velocissimi da asciugare.
Se è estate puoi optare per una maglia a maniche corte leggera e traspirante, mentre per le altre stagioni io prediligo sempre una maglia termica di qualità, a maniche corte o lunghe a seconda delle temperature. Trattengono il calore lasciando traspirare il sudore.
Secondo strato
Per lo strato superiore molto dipende dalla stagione in cui stai facendo trekking. Anche d’estate però, in caso di maltempo, le temperature possono avvicinarsi allo zero.
Io adoro le felpe di cotone caldo con zip lunga e cappuccio. Posso aprirle completamente in caso di caldo improvviso o chiuderle fino al collo se dovesse fare freddo. Evito così di dovermi fermare magari più volte per togliermi e mettermi uno strato.
Davide invece è un grande amante dei pile caldi e leggeri.
A te la scelta in base a come sei più comodo, ma uno strato di calore non può mancare nel tuo zaino.
Terzo strato
Il vero indispensabile per il trekking sotto la pioggia. Poncho, wind stopper, k-way, guscio, goretex®, softshell, hardshell o sacchettone nero della spazzatura?
La scelta si fa ardua, ognuno dice la sua e ognuno ha il suo favorito, alle volte senza saperne neanche il motivo: si trova semplicemente meglio così.
La verità è che ci sono almeno un milione di tessuti, più o meno tecnici, di tecnologie, più o meno avanzate, e (soprattutto) di costi.
In linea generale tutto ciò che fa sì che l’acqua scorra lungo la superficie di un indumento senza inzupparla, lo rende resistente all’acqua.
Salvo il cotone quindi anche un pile o una qualsiasi giacca hanno il loro coefficiente di protezione. Se ciò può essere di per sé sufficiente nel caso di una pioggerellina fina, in caso di acquazzoni o pioggia costante ti troverai presto zuppo come un biscotto nel tè.
Indispensabile quindi è far sì che lo strato più esterno del tuo vestiario non solo sia resistente all’acqua, ma abbia anche proprietà impermeabile.
Qui, come ti dicevo, la scelta si fa ardua.
Ti illustro alcune possibilità, tra cui la mia favorita, così che tu possa farti un’idea e decidere cosa faccia al caso tuo.
Poncho
C’è chi lo odia e chi lo ama.
Pro:
- leggerissimo e facile da trasportare in zaino
- look da duro di alcuni ponchi militari
- costo irrisorio
- con un unico oggetto puoi coprire direttamente il torace, lo zaino, le braccia, le gambe e la testa
- può essere utile anche come riparo d’emergenza.
Contro:
- è piuttosto ingombrante addosso
- rischia spesso di impigliarsi tra i rami o le rocce
- tende a fare condensa
- alcuni hanno un aspetto ridicolo
- in caso di vento forte, l’effetto “Via col vento” è assicurato, e può addirittura impedirti di vedere dove metti i piedi.
K-way
Il grande dominio dei k-way degli anni ’80 e ’90: se non ne avevi uno non eri nessuno.
Nel suo piccolo, ha costituito una vera rivoluzione nel modo di andare in montagna.
E’ sicuramente un capo versatile che permette di avere un buon isolamento contro la pioggia e contro il vento ad un costo piuttosto contenuto.
Il problema più grande è che molti k-way creano una grandissima umidità all’interno per cui si rischia di essere bagnati più per il sudore che per la pioggia.
L’effetto sauna insomma è dietro l’angolo ed è ciò che devi evitare più di tutto. Che tu finisca bagnato per la pioggia o per il sudore, il risulato è sempre lo stesso: un grande disagio.
Guscio, shell, gore-Tex®
Il guscio, tanto di moda ora, è sostanzialmente un indumento che assomma in sé le caratteristiche di impermeabilità e traspirazione.
La membrana più famosa e tecnologicamente all’avanguardia è il gore-tex®.
Questo tessuto infatti ti farà stare asciutto, ti proteggerà dal vento e lascerà traspirare la tua pelle.
Fantascienza? No, tecnologia dei tessuti.
L’unico tasto dolente però è il costo: dai 200 € in su per un giubbino affidabile.
Forse l’avrai già capito, ma questa è la mia scelta. Si tratta di un capo molto versatile.
Personalmente infatti lo uso sia in estate per i trekking, che in inverno per fare sci alpinismo (in questo caso lo abbino ad un piumino leggero).
La spesa, come per ogni cosa, dev’essere commisurata alla tua esigenza: se vai in montagna solo una settimana nel periodo estivo, in base al rapporto costo-beneficio, ti consiglio di prediligere una delle precedenti coperture.
No, l’accenno ai sacchi della spazzatura non è una battuta.
Sempre Islanda, sempre l’estate più piovosa degli ultimi trent’anni.
Avevamo investito in giacche impermeabili di buona marca (e costo non indifferente, nel budget del viaggio), che tuttavia si erano rivelate fallimentari. Specie dopo tre giorni di pioggia ininterrotta. Figurati dopo sei.
Ad un certo punto abbiamo scroccato dei sacchi dell’immondizia giganti in un rifugio, abbiamo ritagliato tre buchi (uno per la testa e due per le braccia) e li abbiamo indossati come casacche.
Ci hanno tenuti all’asciutto – per fuori. L’effetto sauna invece è stato deleterio, ma inevitabile.
Pantaloni, copri-pantaloni, ghette
Come avrai capito anche qui il mondo del trekking si divide.
C’è chi predilige pantaloni idrorepellenti, chi utilizza pantaloni di tessuto tecnico con sopra copri-pantaloni, chi utilizza le ghette e chi, anche qui, si lega un sacco nero della spazzatura in vita.
Personalmente i copri-pantaloni che ho provato mi hanno sempre fatto sudare, pertanto prediligo dei pantaloni tecnici che siano rinforzati per la pioggia sui punti giusti.
In caso di trekking con neve le ghette sono utilissime: oltre a proteggerti dal bagnato, eviteranno anche che entri la neve nello scarpone.
Scarponi
Questo secondo me, insieme allo zaino, è il vero principe dell’attrezzatura da montagna.
Anche qui c’è un mondo tutto da scoprire: scarponcini alti, scarpette da trail, scarponi ramponabili, suole in vibram, suole in imitazione di vibram, e chi più ne ha più ne metta.
Delle differenze ne parlerò meglio in un altro articolo. Per ora, qualunque sia la tua scelta, assicurati che siano waterproof.
Che un po’ di acqua entri è normale, soprattutto nel caso di piogge intense, ma non c’è niente di peggio che avere i piedi completamente zuppi che sguazzano dentro le scarpe per tutto il trekking.
Anche perché la pelle dei piedi bagnati è l’anticamera delle vesciche.
Ti consiglio di utilizzare un liquido o spray impermeabilizzante che aiuta ad aumentare l’impermeabilità dello scarpone (soprattutto dopo qualche stagione).
Fai attenzione però ad usare il prodotto giusto per la tua calzatura: ce ne sono di diverse qualità in base al tipo di tomaia.
Un ultimo consiglio: controlla le suole. Ciò vale per qualsiasi tipo di percorso, ma a maggior ragione con la pioggia: suole lisce per il troppo utilizzo significano… scivoloni assicurati!
(Lo sai che l’80% dei soccorsi in montagna vengono chiamati proprio per cadute dovute a scivolate? Altro che imprese eroiche e trekking con la pioggia, qui si tratta delle basi dello stare in piedi!)
6. Prepara l’attrezzatura adeguata
Essenziale, prima di partire, è organizzare la giusta attrezzatura per un trekking sotto la pioggia.
Coprizaino
Anzitutto assicurati di avere con te il copri zaino. Moltissimi zaini, tipo il mio della Osprey, ce l’hanno incorporato, per altri invece dovrai acquistarlo a parte. Ne trovi di misure standard a seconda dei litri del tuo zaino.
Gli zaini più moderni hanno tutti un sottile strato impermeabile, ma si rileva essere assolutamente insufficiente oltre le prime due gocce di pioggia.
Sacchi impermeabili
Ti consiglio inoltre di utilizzare dei sacchetti per dividere e impermeabilizzare le cose all’interno dello zaino. In internet ne trovi di tutti i tipi: da quelli con le zip ermetiche a quelli che aspirano l’aria in eccesso.
Io personalmente mi trovo benissimo con i sacchetti della spesa (basta che non siano quelli biodegradabili)!
Lampada frontale
Nella lista delle cose fondamentali non può mancare la frontale. Da avere sempre nello zaino, in queste occasioni può essere ancora più utile nel caso in cui nuvoloni neri riducano la visibilità.
Bandana o buff
Altro essenziale da avere sempre con sé, in caso di brutto tempo può essere di grande aiuto contro freddo o acqua.
Cappellino con frontino
Non c’è niente di peggio dell’acqua che cade in faccia!
Io personalmente la odio, peggio ancora se indosso gli occhiali.
Un cappellino con frontino aiuta tantissimo perché, messo sotto al cappuccio del k-way, ti aiuterà a tenere la testa asciutta e ad evitare che la pioggia ti finisca negli occhi. Per lo stesso motivo, se puoi, evita di portare gli occhiali e prediligi le lenti a contatto.
Mappa e gps
Perdere l’orientamento in caso di maltempo può essere davvero semplice.
Noi prediligiamo la mappa cartacea, ma se le previsioni non sono buone ti consiglio di fotocopiarla e di metterla all’interno di una cartellina trasparente così da evitare che si bagni.
Bastoncini da trekking
Aiutano a tenere equilibrio anche su terreno fangoso, dove ci sono foglie bagnate a terra o su roccia scivolosa. Sei contrario ai bastoncini da trekking? Non dovresti: sono un accessorio quasi indispensabile.
Ombrello?
Piccolo, leggero, iper-economico.
Questi sono i pro.
I contro sono invece legati al fatto che hai una mano impegnata e quindi non puoi usare le bacchette (molto utili in generale, ed in particolare sui terreni scivolosi).
Inoltre l’ombrello è deleterio in caso di vento, in quanto può portare, come il poncho, al famoso effetto Mary Poppins. Quindi l’ombrello (o meglio l’ombrellino, quello piccolo e pieghevole senza punta di metallo, sennò sai che divertimento in caso di temporali…) può anche andare bene se vai a fare escursioni in mezzo al bosco, dove il vento arriva con difficoltà.
7. Porta con te il giusto snack
Evita cose troppo elaborate perché è probabile che non potrai fermarti a fare pic nic.
Noi in questi casi prediligiamo barrette o piccoli panini da mangiare in qualche pausa della pioggia o sotto un riparo.
Se proprio non riesci a rimandare il pranzo, perché non scegliere un giro che abbia come meta un rifugio dove gustare un buon piatto caldo e mettere ad asciugare vestiti e ossa?
8. Guardati attorno
Probabilmente non troverai nessun altro!
Potresti vedere animali che escono solo durante la pioggia, come salamandre, rospi e ranocchie.
Se sei fortunato, nel momento in cui uscirà (finalmente!) il sole potrai addirittura godere di un arcobaleno o di riverberi magici.
Puoi anche rischiare di avvistare un uomo nudo che cammina a passo spedito sotto la pioggia battente.
Non è una battuta: nonostante l’infinita scelta di indumenti tecnici, materiali impermeabili e accessori contro la pioggia, c’è ancora qualche purista che in caso di pioggia intensa… si denuda completamente, infila tutto nello zaino (quello sì, impermeabilizzato) e prosegue la sua gita. Come niente fosse.
E’ una possibilità – non lo neghiamo – ma la stranezza di questa tenuta forse seconda solo all’uomo vestito da unicorno in Free solo, il documentario su Alex Honnold.
9. Esci con il giusto spirito
Impara ad amare la pioggia!
“Sole liquido”.
Se esci solo durante il bel tempo vedrai solo parte della storia. Alcune foreste durante la pioggia sono più verdi, alcune cascate più rigogliose, alcuni profumi più intensi.
La natura esplode durante la pioggia. La pioggia infatti di norma arriva con nuvoloni che danno toni drammatici anche all’avventura più modesta.
+1. Bonus tip
Hai fatto la tua escursione, sei arrivato alla tua meta, ti sei rifocillato, sei sceso a valle.
La vera coccola da regalarsi dopo una camminata sotto la pioggia sono un cambio di vestiti asciutti e un thermos di té caldo lasciati in macchina ad aspettarti.
Una tavoletta di cioccolata e dei biscotti sono il bonus del bonus… ma tanto scendendo ti fermerai sicuramente in bar, per festeggiare la tua avventura!
E se piove mentre sei in tenda in montagna?
Scegli con accuratezza il luogo in cui piazzare la tenda per il tuo bivacco notturno, ricordati che piccoli avvallamenti possono diventare vere e proprie piscine e che il vento potrebbe aumentare di molto.
Cerca il più possibile un luogo riparato e magari prevedi la possibilità di rifugiarti nei dintorni se qualcosa dovesse andare storto (ci sono rifugi nelle vicinanze? una grotta o una malga?). Infine assicura bene i tiranti e i picchetti in caso di raffiche forti.
Quando inizia a piovere i i discorsi da fare sono due:
- se hai già montato la tenda rintanati dentro e spera che regga alle intemperie,
- se non hai ancora montato la tenda spera almeno di avere con te un cambio di vestiti!
Scherzi a parte il problema vero sta nel fatto che se fossi ancora in cammino potresti non riuscire più ad asciugarti e passare una notte in tenda sotto la pioggia con i vestiti ancora umidi è quanto di più disagevole possa esserci.
Ti consigliamo di procurarti
Le guide per la montagna di Bagaglio Leggero
Che sia la tua prima volta con la tenda in montagna, o che stia cercando qualche nuovo spunto… oppure che tu voglia ripassare qualche rudimento tecnico (tipo come si fa una ferrata), qui trovi un bel po’ di consigli utili.
Ovviamente, arriva tutto dalla nostra esperienza sul campo – cioè, sul sentiero!
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Può sempre servire
Ho sempre usato un poncho grande in modo da includere anche lo zaino.
Esteticamente appaio come il più sfigato della montagna, ma sono sicuro che allo zaino non arriverà nemmeno una goccia (oltre a essere la soluzione più economica).
Mi chiedo: se prendo una giacca in goretex e un coprizaino, l’acqua non va a finire tra la schiena e lo zaino? In quel punto il coprizaino non arriva!
Altra domanda: che io sappia, il gorotex ha una membrana impermeabile ALL’INTERNO del tessuto. Questo vuol dire che noi saremo asciutti ma la giacca sarà zuppa. E pesante. No?
Ciao Germano! “Esteticamente” e “montagna” per noi non andrebbero mai usate nella stessa frase, quindi sei in ottima compagnia qui!
Abbiamo utilizzato a lungo il poncho anche noi, ma i problemi erano due:
– la condensa per il sudore all’interno
– l’ingombro in alcuni passaggi
Il Gorotex in realtà è una membrana che fa scivolare l’acqua impedendole di penetrare nel tessuto quindi, anche a seguito di forti acquazzoni non è mai zuppa (né pesante). I coprizaino inoltre chiudono fino a sopra la patella superiore dello zaino pertanto se questo è allacciato correttamente (con cinturone lombare, spallacci e cinghie) l’acqua che entra tra schiena e zaino è veramente pochissima.
Rovescio della medaglia? Costo e durata. Nonostante quello che dicono i brand lo strato impermeabile non è eterno. Un poncho è per sempre… così come un saccone di plastica nero della divisa italiana in Islanda (se non sai di cosa parlo, ti consiglio di leggere Attraverso, il libro di Davide).
Grazie per essere passato e buone avventure montane!