Ah, Falcade! Ci abbiamo lasciato un pezzetto di cuore, nella Valle del Biois. Un mese e mezzo da nomadi digitali davvero vissuto a fondo, tra montagne segnate da talmente tanti sentieri da risultare impossibili da esaurire, con infinite opportunità di esplorazione ai nostri piedi.
Ma Falcade è anche un’atmosfera come di casa, rilassata, senza fretta. Lungo il fondovalle abbiamo camminato in lungo e in largo (spesso anche solo per… andare a fare la spesa in centro!), sulla piana abbiamo fatto sport, i sentieri del Gruppo dell’Auta consumati, le malghe e i rifugi dei dintorni abbiamo imparato a conoscerli e amarli.
I tabià di Falcade
Montagna di fienili, quella di Falcade. Li vedi ancora, spuntare dai prati verdissimi – a svettare più in alto di loro ci sono solo alcune tradizionali costruzioni in pietra scura – oppure mimetizzarsi tra le costruzioni dei paesi. Costruiti in legno scuro, con lunghe terrazze su uno o tre lati, spesso trasformati in bomboniere con vasi di coloratissimi gerani, attrezzi agricoli d’altri tempi, slitte, sci e ciaspole appese.
Quando le famiglie sono riuscite a gestire le eredità degli anziani, i tabià sono stati riportati in vita, e sono edifici che hanno mantenuto il giusto ruolo nel paesaggio.
Un suggerimento diverso. Raggiungi Marmolada, piccolo abitato tra Caviola e Falcade, e vai in cerca della “Casa del Fabbro”, un piccolo gioiellino all’ombra di un tabià magnificamente ristrutturato (riconosci quest’ultimo perché un pannello ne spiega il recupero). Oppure, sali a Valt e passeggia tra i fienili stretti tra loro: splendidi è dire poco.
Malghe e rifugi attorno a Falcade
Non è montagna senza il suono dolce dei campanacci delle mucche, senza il profumo dei prati in fiore, senza le api che ronzano da una parte all’altra, inebriate dai pollini. E per loro – per le mucche, intendo – in estate ci vuole l’alpeggio, e quindi le malghe. Una su tutte: Malga ai Lach, alla quale si accede dopo una bella camminata nel bosco. In cambio, oltre alle già nominate e ospitali mucche, hai ottimo cibo, latte, yogurt, panna e formaggi freschi, e un panorama invidiabile.
Anche dei rifugi abbiamo il nostro preferito: l’insospettabile Rifugio ai Cacciatori, sopra Colmean. Insospettabile perché è di recente passato di mano – ma sempre in famiglia – e ha ricevuto una vera e propria rimodellazione, ma… in carta (almeno nella nostra) non è segnato come rifugio. Immagina la nostra sorpresa quando, aspettandoci un edificio chiuso, abbiamo trovato dei rifugisti super cordiali, enormi taglieri di affettati e formaggi, il trillo di una fresca fontana appena installata, e galline razzolanti. (Attenzione a queste ultime, però, perché l’account Instagram del rifugio è solito pubblicare i video delle frequenti visite della volpe…)
Altre mete (quasi) obbligate: il Rifugio Lagazzon, il Rifugio Bottari, il Flora Alpina – porta della Valfredda – e il Rifugio Fior di Roccia.
Cerchi qualcosa di più alpinistico? Continua a leggere, che arrivano anche quelli.
La piana di Falcade e il Lago di Aivaz
Non la trovi facilmente, una distesa pianeggiante come la Piana di Falcade, nelle Dolomiti. Anzi: diciamo che è proprio un unicum, e un unicum fortunato.
Perché se stai passando qualche giorno a Falcade, o nei paesini dei dintorni, la verdissima Piana è una vera e propria risorsa. Puoi venirci a correre, a passeggiare, a leggere. Il verde dei prati, il giallo del tarassaco, prima, e dei botton d’oro poi, le Cime d’Auta sullo sfondo, gli agglomerati di case sospese sui versanti, tra i boschi… l’occhio ha di che godere.
Ci sono delle ottime postazioni per grigliare (tavoli inclusi), e un parco giochi per i bambini, ma che alla bisogna si trasforma all’incirca in un parco per calistenica (la dura vita dei nomadi digitali sportivi).
Una strada sterrata porta direttamente a Canale d’Agordo, seguendo il Torrente Biois (percorrenza 1 ora circa).
Vuoi portare il tuo relax al livello successivo? La risposta è il laghetto di Aivaz. Sull’acqua azzurro-trasparente del laghetto nuotano le anatre, un enorme dondolo non aspetta altro che essere cavalcato, le casette di legno ti invitano a sederti, e la proposta del bar ristorante è apprezzatissima. Insomma: perfetto per l’aperitivo, di sicuro, e anche per qualcosa in più!
La curiosità: il termine Aivaz deriva dalla formazione della rugiada nella zona, data dai numerosi rigagnoli d’acqua che serpeggiavano nella piana.
Chiesa Beata Vergine dell’Immacolata
La prima idea è ottocentesca, ma poi qualcosa non funziona. Il progetto arriva solo nel 1931, la consacrazione infine dell’edificio, nel 1946.
Questa chiesa letteralmente svetta sopra Falcade, in direzione ovest, incorniciata dalle montagne. Le sue proporzioni la fanno sembrare sovradimensionata, e passarci affianco uscendo dal paese – direzione Passo San Pellegrino – mi dà come la sensazione che lo dica davvero: adesso si sale, si esce dalla tranquilla piana di Falcade, si va verso le montagne davvero.
Solo una sensazione, però…
I sentieri di fondovalle
Negli ultimi anni, sono stati ripristinati e tabellati una serie di sentieri “tradizionale”, che collegano le diverse località dei versanti che danno sulla Piana di Falcade e sulla Valle del Biois. Si tratta di una vera e propria rete di sentieri, spesso stretti e con qualche improvvisa impennata, ma che sono ottimi per fare una camminata di breve durata e scoprire i dintorni.
Anche se non sei interessato alle lunghe escursioni, i sentieri del fondovalle sono l’occasione per conoscere le “periferie” dei paesi più grandi.
Segnalati da cartelli bianchi e gialli corredati dalle tempistiche, i sentieri del fondovalle sono numerosi. I nostri preferiti sono stati:
- il sentiero che da Le Coste scende a Falcade. Poco più di venti minuti di bosco (con qualche radura nella quale abbiamo visto saltellare i caprioli) per sbucare praticamente… al Festil, uno dei posti migliori di Falcade per fare aperitivo!
- i sentieri che “tagliano” le strade di Marmolada, Meneghina, Sappade e Valt.
Cascata delle Barezze
Da Marmolada, località di Caviola, parte il Sentiero Geologico del Torrente Gavon. Questo itinerario è bello nella sua interezza – te lo consigliamo – perché ti porta al cospetto delle particolari formazioni rocciose del versante meridionale della catena dell’Auta. Ma il primo punto spettacolare arriva dopo una mezz’ora.
Sono le Cascate delle Barezze: un doppio salto di una decina di metri scavato nelle rocce rosse di questa gola. Fino a qui il sentiero è quasi completamente immerso nel bosco, e anche in piena estate è fresco e rilassante.
Trekking a Falcade e dintorni
Il fatto è che Falcade si trova, alpinisticamente parlando, al centro di un universo di montagne celebri (e imperdibili). A seconda di dove hai alloggio, dalle finestre di casa puoi vedere le Cime d’Auta, il Pelmo, il Civetta, il Mulaz e il Focobon. Ognuna di queste cime è un microcosmo di sentieri più o meno impegnativi. Alcuni suggerimenti:
- la salita, facile, al Ricovero Casera Col Mont e al Rifugio dei Cacciatori
- il bellissimo, selvaggio Lago dei Negher
- malga Bosch Brusà
- per escursionisti esperti, con esperienza di vie ferrate, il giro delle Cime d’Auta
- la salita al Sasso Bianco (e dintorni)
- Cima Pape, una salita lunga e muscolare
- la vicina Val Gares, come si suol dire, “tutta da scoprire”
Un ultimo suggerimento per un giro più impegnativo, e decisamente estivo: la salita al Rifugio Mulaz risalendo la valle di Focobon. Partenza dal campeggio Eden, a Molino di Falcade.
Infine, se sei un duro, sappi che molti dei sentieri che abbiamo elencato sono connessi nella Alta Via dei Pastori, un itinerario di tre giorni che percorre i versanti della Valle del Biois. Serve passo fermo – spesso si tratta di tracce che tagliano prati scivolosi – e buona gamba, ma il premio è una montagna meno affollata, vera.
A proposito. È fondamentale munirsi della cartografia giusta: per noi la Carta Tabacco n. 15 – Marmolada, Pelmo, Civetta, Moiazza (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
Col Margherita, Lago di Cavia e Rifugio Laresei
Capitolo a parte merita l’esplorazione del Col Margherita e del Pradazzo, i rilievi che si trovano immediatamente a ovest di Falcade. Tra i due, si trova il grande Lago Cavia, un ampio bacino artificiale ad alta quota (si trova a 2102 mslm).
Al Lago si può salire da Le Buse, rifugio posto a 1890 metri, seguendo il sentiero 695. Non è il più bello degli itinerari: super assolato, e molto ripido all’inizio – segue una pista da sci.
Le alternative migliori sono invece:
- salire dal Rifugio Valles sull’omonimo passo (2031 mslm), lungo sentieri 658 e 695 (che ribadiscono il tracciato di Alta Via n. 2 e Sentiero Italia). Prima del lago puoi deviare per il Rifugio Laresei (2250 mslm), panoramico e molto accogliente, e salire sul Monte Pradazzo (2279 mslm). Dal rifugio peraltro si ha una bella vista sul lago, che puoi raggiungere in 15 minuti.
- salire con la funivia a Col Margherita (2483 mslm) o, meglio ancora, seguire il sentiero 658 dal Passo di San Pellegrino (1907 mslm). Una volta in quota, ti troverai di fronte a una improvvisa spianata, come un altopiano raccolto e molto scenografico. L’evidente strada in brecciolino porta al lago, dal quale puoi scendere a valle percorrendo un tratto dell’Alta Via dei Pastori.
I dintorni di Falcade
Ma non finisce qui. Posto che tutta la Val del Biois merita occhi curiosi e piedi scalpitanti, qualche altro spunto veloce per arricchire la tua permanenza a Falcade:
- a Canale d’Agordo (che puoi raggiungere a piedi, dalla Piana), c’è il museo Albino Luciani, dedicato a papa Giovanni Paolo I, che qui è nato. Anche la casa natale può essere visitata, su prenotazione.
- a Vallada Agordina, la chiesa di San Simon, monumentale e munita di un aguzzo campanile.
- il Bosco degli Artisti è un percorso naturalistico in località Le Buse, decorato dai lavori degli scultori locali.
- le Dolomiti in Miniatura, infine, è un sentiero lungo il quale le sculture in pietra rievocano, come una raccolta di plastici, le cime più belle delle Dolomiti. Si trova a San Tomaso Agordino.
Dove dormire a Falcade
Quando viaggiamo preferisco di gran lunga andare in appartamento. Questo sia per brevi periodi e, a maggior ragione, per soggiorni più lunghi. Puoi chiamare l’ufficio turistico di Falcade per farti dare i nominativi delle persone del posto che affittano. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare un appartamento delizioso a Caviola che ti consiglio ad occhi chiusi: Lodge Auta.
Se invece preferisci alloggiare in un hotel, i più rinomati della zona sono l’Hotel Belvedere (consigliato anche per gli ottimi cocktail) e l’Hotel Stella Alpina (con la sua strepitosa pasticceria).
Ciao! Mi permetto di aggiungere anche la splendida valle di Focobon, che si raggiunge partendo dal campeggio di Falcade e si innalza verso le Pale fino al passo dei Fochet con un dislivello di circa 1000 m. Chi vuole può anche andare oltre e raggiungere il Mulaz. Si cammina in una vallata verdissima,
attraversata in parte da un ruscello, tra i richiami delle marmotte e soprattutto la vista verso le splendide guglie del Focobon!
Ciao Giovanni, grazie della nota! Per questa volta, Mulaz e Focobon l’ho soltanto nominato, così, come un veloce suggerimento. Ma medito di scriverne, perché ho dei bellissimi ricordi sia di Valle di Focobon che della Casera/Bivacco, che di un giro ad anello del Mulaz durato una intera giornata. Un luogo fantastico, insomma!
Sono diversi anni che sto puntando Falcade, finisco di esplorare la zona di Cortina – dove tornerò tra qualche settimana – e la prossima vacanza la organizzo lì (già mi immagino ad osservare il tramonto seduta sulle sponde del laghetto di Aivaz) :-)
“Finisco di esplorare la zona di Cortina” è praticamente un’impresa! Noi ogni volta che stiamo anche per due-tre mesi di seguito in una zona ci accorgiamo di quanto altro ci sarebbe ancora da vedere!
Falcade comunque è molto bella, sicuramente meno turistica, ma a mio avviso più autentica, sono certa ti piacerà!
Eheheh sì, me ne sono accorta lo scorso anno, che di cose da vedere ce ne sono un’infinità… e anche se Cortina in sé non mi ha entusiasmato come località, in quanto a paesaggi devo dire che ha veramente poche rivali. Prossima estate Falcade, è deciso :-)